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Economia
Ipo, boom anche nel 2018 Da Eataly a Ntv. I nomi per fare affari col trading

Finché il mercato va, lascialo andare e approfittane per collocare quote del tuo capitale: l’era della liquidità a costo pari o inferiore a zero prima o poi finirà, quindi meglio approfittarne. Così da inizio anno, sfruttando anche l’effetto Pir (i Piani individuali di risparmio, che possono ottenere facilitazioni fiscali se investono il 70% del loro patrimonio in società a piccola e media capitalizzazione, tra cui a breve anche le Siiq immobiliari) sono già 30 i debutti registrati a Piazza Affari, ma il numero dovrebbe arrivare almeno a 40 entro fine anno consentendo così di battere il record del 2007 (32 matricole di borsa).

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Da Health Italia, la prima matricola dell’anno che il 9 febbraio ha raccolto 4,5 milioni di euro sull’Aim Italia, a Pirelli & C., che con 2,3 miliardi di euro raccolti il 4 ottobre e una capitalizzazione di quasi 7 miliardi è stata senza dubbio l’operazione dell’anno, passando per Alfio Bardolla, prima società di formazione a quotarsi in borsa (sempre sull’Aim Italia) raccogliendo 3,1 milioni e vedendo poi la capitalizzazione volare da 10,6 ad oltre 40 milioni con un prezzo che ha toccato i 9,6 euro più che doppio rispetto ai 4,14 euro del collocamento, i “record” già segnati dalle debuttanti sul listino italiano quest’anno sono numerosi. Anche per questo l’attesa è tanta per vedere chi riuscirà a sbarcare sul listino prima di Natale e chi seguirà nei mesi successivi.

Quanto ai primi, si attende l’arrivo di Gamenet Group, fornitore di giochi per scommesse fusasi nel 2016 con Intralot Italia che si è affidata a Credit Suisse, Banca Imi e Unicredit per centrare l’obiettivo di uno sbarco prima della fine dell’anno sul Mta, ma anche di Equita Sim, che potrebbe debuttare entro fine mese, assistita da Mediobanca, coronando così la riorganizzazione societaria seguita al passo indietro fatto da Alessandro Profumo (fino a quel momento presidente della Sim) a seguito della nomina ai vertici di Leonardo, con conseguente cessione al management di parte della sua partecipazione azionaria.

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Sull’Aim Italia sono attesi prima delle festività di fine anno gli sbarchi di Portale di Sardegna, Agrimaster e My Best Group mentre meno sicuro è lo sbarco di Estra, multiutility toscana da 700 milioni di euro di fatturato annuo di cui sono socie Coingas di Arezzo, Consiag di Prato e Intesa di Siena, nel cui capitale dovrebbe entrare anche Multiservizi di Ancona prima dell’Ipo. Per Estra l’Aim Italia sarebbe in ogni caso solo il primo step di un processo che dovrebbe portare la società a “trasferirsi” sul segmento Star del Mta entro i successivi 18-24 mesi. Incerta se provare a stringere i tempi o attendere l’inizio del nuovo anno è anche la casa di moda Furla, che come il gruppo Eataly (destinato però a sbarcare a Piazza Affari tra la fine del 2018 e gli inizi del 2019) di Oscar Farinetti è partecipata da Tamburi Investment Partner.

L’investment bank di Giovanni Tamburi che ha già all’attivo alcune fortunate Ipo come quelle di Moncler o di Digital Magics e che grazie al “fiuto” per gli investimenti vincenti negli ultimi 5 anni ha visto il titolo salire di quasi il 320%. L’anno prossimo dovrebbero poi debuttare nomi come Ntv, la società che gestisce il servizio di alta velocità ferroviaria Italo Treno che così “brucerebbe” la concorrente Ferrovie dello stato (Fs), il cui numero uno, Renato Mazzoncini, ha confermato di recente che lo sbarco in borsa “non avverrà prima del 2019”, piuttosto che Rainbow, la casa di produzione di cartoni animati famosa per la serie “Winx” che già nel 2011 era parsa in procinto di debuttare, ma aveva poi optato per fare entrare nel capitale, con una quota del 30%, il gruppo americano Viacom.



 
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Il gruppo fondato da Iginio Straffi non solo è la maggiore società d’animazione d’Italia e d’Europa, ma è anche la nona maggiore società licenziataria al mondo, a pari merito con l’americana IMG College Licensing, con un fatturato di 4,5 miliardi di dollari di merchandising. E ancora: sono date in arrivo l’anno venturo la casa di moda Valentino (dal 2012 controllata dalla holding d’investimento del Qatar, Mayhoola), il gruppo di impiantistica Psc, il gruppo della meccanica Itema, controllato dalla famiglia di imprenditori bergamaschi Radici, Arizzi e Torri che fattura ogni anno oltre 350 milioni di euro.

Ma l’elenco non sarebbe completo senza citare le probabili quotazioni di Magneti Marelli (lo scorporo dovrebbe avvenire l’anno prossimo, la quotazione entro gli inizi del 2019), iGuzzini, Illycaffè, Openfibra, più un’altra infornata di Spac (veicoli finanziari che si quotano per raccogliere capitali con cui procedere poi a fusioni o acquisizioni). Insomma: forse non arriveranno tutte le 1.000-1.500 nuove società quotate previste dal fondatore di Banca Mediolanum, Ennio Doris, ma nei prossimi anni il listino di Milano potrebbe davvero cambiare volto. Chissà se a brindare saranno solo gli azionisti venditori o anche i nuovi soci?

Luca Spoldi

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