Ipo, "Ma quale Italiaonline? Il vero affare è Il Fatto Quotidiano"
Chiacchiere nel parterre di borsa/ Italiaonline ha rinunciato a Piazza Affari. Ci riprova a Parigi? |
di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
Mentre domani è attesa la chiusura dell'Ipo per i cosmetici Intercos che arriveranno a Piazza Affari il 15 ottobre, il mercato si chiede se il fallimento della quotazione di Italiaonline avrà delle ripercussioni sulle prossime Ipo attese in borsa, come quella dei grandi magazzini Ovs, delle cartiere Fedrigoni, delle antenne RayWay e del Fatto Quotidiano. Secondo Giovanni Natali, amministratore delegato di Ambromobiliare, boutique finanziaria specializzata in quotazioni sull'Aim, "la mancata quotazione di Italiaonline non comprometterà il cammino delle altre Ipo. Iol era eccessivamente cara". "La liquidità e gli investitori ci sono, solo che stanno molto attenti e vogliono comprare le nuove azioni ai prezzi giusti", ha spiegato l'esperto in un'intervista ad Affaritaliani.it.
Quella di Italiaonline è la quarta quotazione, molto attesa, che salta da dicembre 2013. Nei prossimi mesi sono attese le Ipo dei grandi magazzini Ovs, delle cartiere Fedrigoni delle antenne RayWay e del Fatto Quotidiano. Rischiano di essere annullate dopo il flop di Iol?
"La quotazione di Italiaonline era eccessivamente cara. Non comprometterà il cammino delle altre. Noi stiamo curando, per esempio, l'Ipo di altre cinque matricole che vanno invece tutte avanti. Il mercato è differente rispetto al passato".
E cioè?
"E' diventato molto più selettivo rispetto a 10-15 anni fa, quando invece mangiava di tutto. La quotazione di Fincantieri è andata molto male ma all'Ipo del gruppo cantieristico controllato dal Tesoro, sono seguite almeno altre 15 quotazioni che sono andate invece molto bene, raccogliendo un sacco di soldi. Ora, gli investitori stanno molto attenti e vogliono comprare le nuove azioni ai prezzi giusti. Richieste di multipli eccessivamente alti non sono più di moda".
Quindi, il problema era che Italiaonline era valutata 250 volte gli utili. Ma c'è anche un problema di liquidità?
"Assolutamente no. I mercati sono pieni di liquidità e gli investitori non sanno più dove mettere i loro soldi, però questo non vuol dire che comprano tutto. C'è liquidità anche nel sistema italiano, risorse che arrivano soprattutto dall'estero anche se pure i fondi italiani investono. Gli operatori, però, sono molto selettivi. Paragono i multipli di Italiaonline più o meno a quelli di Fincantieri dove in aggiunta c'era una posizione finanziaria netta negativa non chiara che spaventava, con 700 milioni di euro di debiti in più. Ma c'è un altro fattore".
Quale?
"Gli investitori e la liquidità ci sono, ma si compra soprattutto a sconto. Paragonata a una società dello stesso settore, un'Ipo dev'essere quotata non a premio, ma a sconto. Gli investitori sono preoccupati per i dati brutti che arrivano dalla Germania, ma ciò non preclude il fatto che le Ipo vanno avanti e a prezzi giusti".
Non sono degli stessi comparti, visto che Iol è una media company, mentre il Fatto Quotidiano è un editoriale, ma il dietrofront di Iol può avere degli effetti sulla quotazione del gruppo diretto da Antonio Padellaro, Ipo attesa sul mercato a metà novembre?
"No. Il Fatto Quotidiano ha dei bilanci incredibili. La redditività è elevata, che non ha eguali all'interno del settore della carta stampata. Una mosca bianca in quel comparto. Sarebbe un titolo che comprerei subito. Un'Ipo che, invece, avrà sicuramente successo".