Il Fatto rimanda l'Ipo a fine febbraio. "Governance e Statuto da definire"
Questa volta le condizioni del mercato non c'entrano, anche se il risultato è lo stesso. Anche Il Fatto Quotidiano (dopo Italia Online) ha deciso infatti di rimandare il debutto in Borsa di qualche mese, fino a fine febbraio 2015. La notizia, anticipata da Milano Finanza, ha immediatamente fatto pensare a delle divisione interne al gruppo di soci-giornalisti, che per lo sbarco a Piazza Affari è costretto a rimettere mano allo Statuto del gruppo e alla governance.
"Assolutamente nessuna divergenza, solo una questione di adempimenti burocratici", spiega ad Affaritaliani.it Marco Travaglio, firma di punta e condirettore del giornale.
E dello stesso parere è anche l'a.d. del gruppo, Cinzia Monteverdi. Burocrazia o divergenze? "La verità sta nel mezzo - ammette ad Affaritaliani.it -. Lo slittamento è sì dovuto a tempi tecnici. Ci abbiamo provato a correre ma non ce l'abbiamo fatta ad essere pronti entro dicembre. Così abbiamo deciso di prenderci un po' di tempo in più, sia per evitare di debuttare a fine anno, che non è il periodo ideale per quotarsi, sia perché c'è uno statuto di mezzo che va analizzato e messo a punto con calma".
Ecco appunto i nodi da sciogliere. "Il 5 novembre ci sarà l'assemblea per definire l'operazione, il nuovo statuto e la nuova governace - spiega ancora la Monteverdi -. Ma non è una questione di divergenze. Dipende piuttosto dalla natura del nostro giornale e del nostro Statuto. Statuto che pur tutelando bene le due nature del Fatto va rafforzato in vista dell'Ipo. E da un lato noi lo vorremmo blindatissimo, per garantire l'indipendenza del quotidiano e i suoi valori, ma allo stesso tempo siamo consci che deve essere aperto al mercato. Insomma, il tempo che ci siamo presi serve solo a questo".
Poi ci sono anche una governance da ridefinire e dei nomi da scegliere. "Anche qui abbiamo dovuto prendere tempo perché il cda e il collegio sindacale sono praticamente strutturati così come quando siamo partiti, cioè quando eravamo quattro amici che hanno deciso di tentare questa avventura. Ora, per le responsabilità che abbiamo quotandoci, abbiamo l'esigenza di preservare le presenze che ne hanno sempre fatto parte ma anche la necessità di introdurre figure preparate, con un curriculum adatto ad un cda di una quotata. E le stiamo scegliendo molto attentamente", chiarisce.
Anche sui tempi la Monteverdi assicura che non ci saranno ulteriori lungaggini: "Ormai siamo in dirittura d'arrivo e dal 5 novembre in poi inizierà la procedura classica, che è anche un po' più lunga perché pur debuttando sull'Aim apriremo anche al retail". Ma di marzo non vuole neppure sentire parlare. Fine febbraio, garantisce. Con la stessa sicurezza con cui afferma: "Il flottante? 20% al massimo".