Istat, a marzo l'inflazione corre al 6,5%. Il debito pubblico supera i 2,5 mld - Affaritaliani.it

Economia

Istat, a marzo l'inflazione corre al 6,5%. Il debito pubblico supera i 2,5 mld

L'accelerazione dei prezzi è dovuta anche questo mese ai prezzi dei beni energetici: la crescita passa da da +45,9% di febbraio a +50,9%

L’inflazione acquisita per il 2022 è pari a +5,2% per l’indice generale e a +1,5% per la componente di fondo. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) aumenta del 2,4% su base mensile, anche per effetto della fine dei saldi invernali, di cui il Nic non tiene conto, e del 6,8% su base annua (da +6,2% di febbraio); la stima preliminare era +7,0%. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (Foi), al netto dei tabacchi, registra un aumento dell’1,0% su base mensile e del 6,4% su base annua.Nel primo trimestre 2022 l’impatto dell’inflazione, misurata dall’Ipca, è più ampio sulle famiglie con minore capacità di spesa rispetto a quelle con livelli di spesa più elevati (+8,3% e +4,9% rispettivamente).   

"L’indice armonizzato dei prezzi al consumo a tassazione costante (Ipca-Tc) - commenta l'Istat - consente di misurare l’inflazione depurandola degli effetti dovuti a cambiamenti nel sistema di imposizione fiscale indiretta. Nel mese di marzo la variazione tendenziale dell’Ipca è stata del +6,8%, mentre per l’Ipca-Tc è stata pari a +7,5%: questa sarebbe stata quindi l’inflazione in assenza dei provvedimenti adottati dal governo di riduzione dell’Iva sul gas (già in vigore a ottobre 2021) e delle accise sui carburanti. In particolare la riduzione di queste ultime ha dispiegato i suoi effetti a partire dal 22 marzo contenendo la crescita dei prezzi di questo gruppo di prodotti; peraltro ciò spiega, in buona parte, la revisione intervenuta rispetto alla stima preliminare". 

Bankitalia: "A febbraio il debito delle amministrazioni pubbliche aumenta di 22,4 miliardi" 

Nel mese di febbraio il debito delle amministrazioni pubbliche e' aumentato di 22,4 miliardi rispetto al mese precedente, risultando pari a 2.736,6 miliardi. Lo riferisce una pubblicazione della Banca d'Italia. L'aumento e' dovuto principalmente all'incremento delle disponibilita' liquide del Tesoro (18,2 miliardi, a 102,0). A questo, hanno inoltre contribuito il fabbisogno (2,4 miliardi) e l'effetto complessivo di scarti e premi all'emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all'inflazione e della variazione dei tassi di cambio (1,8 miliardi).