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Istat, effetto inflazione: carrello della spesa sempre più caro, volano anche i costi delle vacanze

A pesare è soprattutto il caro-spesa, con i beni alimentari lavorati in crescita e un aumento previsto di oltre 500 euro annui per la famiglia tipo. Rincari consistenti anche per voli, traghetti e servizi turistici in vista dell’estate

di redazione economia

Istat: in forte aumento le spese per le famiglie e i costi delle vacanze

A maggio i prezzi al consumo registrano un leggero calo dello 0,1%, ma su base annua continuano a crescere, superando le previsioni. L’incremento rispetto al 2024 si attesta all’1,9%, superiore alla stima preliminare dell’1,6%.


A pesare sul bilancio delle famiglie è soprattutto il caro-spesa: i prezzi dei beni alimentari lavorati sono passati dal +2,2% al +2,7%. Secondo il Codacons, questo aumento comporterà una spesa aggiuntiva annua di 526 euro per una famiglia tipo, che arriva a 716 euro per un nucleo con due figli.
Non mancano rincari anche per le vacanze estive, con i voli in crescita del 30% e i traghetti quasi al +10%.

L’Istat spiega che la decelerazione dell’inflazione è dovuta principalmente al calo dei prezzi dei beni energetici regolamentati, passati dal +31,7% al +29,3%, e non regolamentati, in diminuzione dal -3,4% al -4,3%. In calo anche i prezzi degli alimentari non lavorati (da +4,2% a +3,5%), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,6% a +3,1%) e dei servizi di trasporto (da +4,4% a +2,6%).
A sostenere l’aumento dell’indice generale contribuiscono invece i beni alimentari lavorati, in crescita dal +2,2% al +2,7%, e la lieve attenuazione della flessione dei beni durevoli, che passa da -1,4% a -1,1%.
Sul fronte mensile, l’“inflazione di fondo” – che esclude energetici e alimentari freschi – rallenta leggermente, scendendo dal +2,1% all’1,9%. Simile la dinamica al netto dei soli beni energetici, che passa dal +2,2% al +2,1%.

La crescita tendenziale dei prezzi rallenta sia per i beni, che passano dall’1,0% allo 0,8%, sia per i servizi, in calo dal 3,0% al 2,6%. Di conseguenza, il differenziale inflazionistico tra servizi e beni si riduce, attestandosi a 1,8 punti percentuali rispetto ai 2,0 del mese precedente. In controtendenza, invece, i prezzi dei beni alimentari e dei prodotti per la cura della casa e della persona aumentano leggermente, dallo 0,6% allo 0,7%, mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto decelerano lievemente, passando dall’1,6% all’1,5%.


La diminuzione congiunturale dell’indice generale è principalmente dovuta al calo dei prezzi degli energetici non regolamentati (-2,1%) e dei servizi legati ai trasporti (-1,7%), parzialmente compensati dall’aumento dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,0%) e dei beni alimentari, sia non lavorati (+0,7%) che lavorati (+0,3%). L’inflazione acquisita per il 2025 si attesta al +1,3% per l’indice generale e al +1,6% per la componente di fondo.

Intanto, il Codacons lancia l’allarme per l’aumento dei prezzi in vista dell’estate. Nonostante il rallentamento generale dell’inflazione, i costi legati al turismo registrano aumenti significativi: i voli nazionali segnano un rincaro del 30,8% su base annua, i traghetti del 9,7%, mentre i servizi ricreativi e sportivi, come piscine, palestre e parchi divertimento, crescono dell’8,3%.


Anche i pacchetti vacanza nazionali subiscono un aumento del 7,2%, con gli alberghi in crescita del 3,3% e le strutture ricettive alternative come case vacanza e B&B che salgono del 5,8%.
“Un segnale preoccupante – commenta il Codacons – che dimostra come operatori turistici e società di trasporto stiano già aumentando i prezzi in vista della stagione estiva, causando un pesante aumento dei costi per le famiglie italiane.”

 

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