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Economia
Italo, ecco chi sono e cosa fanno gli americani di Gip che vogliono Ntv

Italo, ecco chi sono e cosa fanno gli americani di Gip che vogliono Ntv

Al fondo di private equity Global Infrastructure Partners III  basteranno 1,9 miliardi di euro (più accollo del debito) per mettere le mani su almeno il 75% di Ntv - Italo? Se fino a qualche giorno fa la domanda non si sarebbe neppure posta, in vista di un’Ipo che a fine mese potrebbe portare la società che fa concorrenza a Trenitalia nell’alta velocità italiana a debuttare sul listino di Milano sulla base di valutazioni che finora oscillavano tra i 2 e i 2,3 miliardi di euro, il forte aumento della volatilità (con la chiusura di ieri l’indice Vix è tornato ai livelli dell’agosto 2015) e l’accelerazione al ribasso degli indici dei principali listini azionari mondiali rende la situazione molto più incerta.
Ma chi è dietro al fondo infrastrutturale newyorkese, con uffici anche a Stamford, nel Connecticut, a Londra e a Sidney? Global Infrastructure Partners III è un fondo che fa capo a Global Infrastructure Partners (Gip), una joint venture nata nel 2006 tra Credit Suisse e General Electric, che investirono in un primo fondo infrastrutturale da 5,64 miliardi di dollari circa il 9% a testa.  Questo primo fondo formò pochi mesi dopo una joint venture al 50% col gruppo assicurativo American international group (Aig) per rilevare il London City Airport per una somma non resa nota. Dieci anni dopo l’aeroporto londinese fu rinvenduto ad un “multiplo significativo” rispetto a quello per il quale era stato acquistato.
Dopo questo primo investimento, nel 2009 Global Infrastructure Partners si concesse un “bis” acquistando per 1,5 miliardi di sterline da Baa l’aeroporto di Gatwick, il secondo più trafficato di tutto il Regno Unito, mentre nel 2012 rilevò anche l’aeroporto di Edimburgo per 807 milioni di sterline. Un secondo fondo infrastrutturale da 8,25 miliardi di dollari fu lanciato nel settembre 2012 (all’epoca era il fondo infrastrutturale indipendente più grande al mondo), mentre Global Infrastructure Partners III è stato lanciato nel gennaio dello scorso anno avendo raccolto circa 15,8 miliardi di dollari.
In tutto i gestori di  Global Infrastructure Partners (tra i quali spiccano 16 partner presieduti da Adebayo Ogunlesi, ex responsabile dell’investment banking di Credit Suisse First Boston) gestiscono fondi per circa 40 miliardi di dollari, investiti in infrastrutture del comparto dell’energia, dei trasporti e dell’acqua che complessivamente possono vantare quasi 21 mila dipendenti e un fatturato annuo di oltre 5 miliardi di dollari. Tra gli altri investimenti effettuati in questi anni figurano anche la linea ferroviaria australiana Pacific National e il Porto di Melbourne.
A seguire il comparto trasporti in Gip sono Andrew Gillespie-Smith (in Gip dal 2009) e Michael McGhee. Il primo era un banchiere d’affari di BZW, passato a Credit Suisse quando questi rilevò nel 1998 le attività di corporate finance di BZW dove consigliava i grandi clienti su una serie di transazioni d’affari come fusioni e acquisizioni, debt financing o equity financing. McGhee, come Gillerspie-Smith un ex BZW entrato in Credit Suisse nel 1998, era il responsabile del settore Global Transportation per il gruppo rossocrociato (dopo esserlo già stato per BZW) e ha più volte agito da advisor nell’ambito di privatizzazioni di aziende del settore trasporti.
McGhee, come Gillerspie-Smith nei consigli d’amministrazione degli aeroporti controllati da Gip, è inoltre consigliere d’amministrazione per Great Yarmouth Port Company, International Port Holding Jersey e International Port Holdings. Da notare che Gip Australia, la controllata australiana del gruppo, ha in Nick Hume (fino al 2009 in Goldman Sachs, prima come analista e poi come associato) il responsabile per il settore trasporti ed energia. L’ultimo arrivato (nel 2016) nel team di gestori e banchieri d’affari di Gip specializzato nel settore trasporti, è Philip Iley, già responsabile del settore Emea Transport & Logistic per il Credit Suisse a Londra. Se la trattativa andrà in porto potrebbe essere proprio lui a seguire Italo.

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italontvitalo global infrastructure partners





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