Economia
L'Europa litiga sul caro-energia: arriva il piano Gentiloni-Breton

L'idea è quella di un nuovo modello Sure: permettere a tutti gli Stati di accedere a un debito comune a un tasso vantaggioso
Il piano Gentiloni-Breton contro l'implosione dell'Europa
Ha retto durante il Covid, ha resistito nei giorni più bui dell'invasione russa in Ucraina. Ora però l'Europa rischia di spaccarsi sull'energia. La mossa della Germania di chiedere 200 miliardi di euro sui mercati per abbattere il costo del gas (evitando così il price cap) non è andata giù a molti Paesi del Vecchio Continente, tra cui Francia e Italia. Ecco perché ora si sta cercando una soluzione rapida ed efficace che possa ricomporre la frattura. La soluzione potrebbe essere un nuovo modello Sure che viene proposto dal commissari europei Paolo Gentiloni (Economia) e Thierry Breton (Mercato interno).
Permettere a tutti gli Stati dell'Unione di ottenere debito (comune) a un tasso molto più agevolato, perché garantito dalla Commissione. "Non è il momento di puntare il dito contro questo o quello Stato, ora serve una solidarietà comune", ha detto Gentiloni al termine della riunione, cercando di buttare acqua sul fuoco. Ma lui stesso ha precisato che "le azioni intraprese a livello nazionale hanno importanti ricadute su altri Stati membri, quindi un approccio coordinato a livello europeo è più che mai cruciale". "Dobbiamo rispondere collettivamente alle sfide attuali, in uno spirito di solidarietà e unità tra gli Stati membri, salvaguardando il mercato unico. Abbiamo potuto evitare il rischio di frammentazione nelle settimane più buie della pandemia e dobbiamo fare lo stesso oggi", ha evidenziato l'ex premier italiano.
La proposta Gentiloni-Breton
In un intervento a quattro mani con il suo collega Breton, pubblicato su un gruppo di quotidiani europei tra cui il Corriere della Sera, hanno proposto di "ispirarsi al meccanismo Sure per aiutare gli europei e gli ecosistemi industriali nell'attuale crisi potrebbe essere una delle soluzioni a breve termine che apre la strada a un primo passo verso la fornitura di 'beni pubblici europei' nei settori dell'energia e della sicurezza, che è l'unico modo per dare una risposta sistemica alla crisi". Uno strumento comune richiesto a gran voce anche da altri Stati, Spagna in primis. Il ministro francese all'Economia, Bruno Le Maire, si è invece presentato alla riunione con una soluzione sua che poggia su quattro principi: aiuti che siano mirati per non fare concorrenza tra Stati; solidarietà, anche attraverso i fondi del RepowerEu; stretto coordinamento tra i Paesi dell'eurozona e velocità di attuazione della strategia.
Il ministro tedesco, Christian Lindner, ha invece difeso il piano del suo Paese: "Se si confronta la dimensione dell'economia tedesca e quella dell'ampio scudo di protezione, è proporzionato. Non è nostra intenzione aumentare la domanda dall'economia, né rimuovere completamente tutti gli oneri dalle famiglie private, è solo una misura per proteggere la struttura chiave della nostra economia", ha spiegato, precisando inoltre che verrà sia per il 2023 che per il 2024.
L'impegno a non dividersi
La riunione si chiude con l'impegno dei diciannove dell'eurozona a coordinarsi e a evitare azioni dannose. "Date le forti ricadute sui mercati energetici europei, coordineremo le nostre misure per preservare la parità di condizioni e l'integrità del mercato unico, anche astenendoci da adeguamenti fiscali dannosi. Per affrontare le sfide che dobbiamo affrontare, è necessario uno stretto coordinamento delle politiche economiche anche in un senso più ampio", scrivono nelle conclusioni.
Intanto nella prima bozza delle conclusioni del vertice Ue di Praga (di giovedì e venerdì), di cui l'AGI ha preso visione, i capi di Stato e di Governo dell'Unione europea si dicono "determinati" a contrastare la crisi energetica "con una risposta europea ben coordinata, riducendo la domanda di energia, garantendo la sicurezza dell'approvvigionamento e alleviando l'impatto dei prezzi elevati sui consumatori".
"Affrontare i prezzi elevati per le famiglie e le imprese, sostenere la crescita e l'occupazione, preservare l'integrità del mercato unico e proteggere i più vulnerabili resta la nostra principale preoccupazione. Siamo determinati a rimanere uniti e coordinati nella nostra risposta politica. Mobiliteremo gli strumenti a nostra disposizione a difesa dei nostri interessi", promettono i leader dei Ventisette.