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Economia
La Cina cresce di meno e domanda meno petrolio. Le Borse vanno in rosso

La debolezza della Cina torna a preoccupare gli investitori finanziari. Ma questa volta a far scattare gli ordini di vendita sulle Borse europee non è la bolla azionaria che ha caratterizzato i recenti cali del listino di Shangai, quanto il rallentamento del manifatturiero del Paese della Grande Muraglia. Rallentamento che ha innescato anche un calo del prezzo del petrolio sul mercato delle commodity a causa della minore domanda proprio della Cina, numero mondiale mondiale tra i paesi consumatori.

S'interrompe invece lo sgonfiamento della bolla speculativa. Shangai, la principale borsa cinese, ha chiuso positiva del 3,69%, dopo aver perso circa il 30% da giugno, invertendo il precedente trend al rialzo. A puntellare i listini cinesi sono i limiti posti alle short selling, le vendite a breve. I principali broker hanno temporaneamente bloccato i loro servizi di short selling. Anche la Csrc, la Consob cinese ha dichiarato guerra a quelle che definisce le "maligne" vendite a breve e posto sotto esame le strategie di trading automatico degli hedge fund, utilizzate per trarre profitto dalla volatilita' dei mercati. Ieri ha congelato le contrattazioni dell'hedge fund Usa Citadel, sospendo per la prima volta una societa' straniera. Intanto Hong Kong, prima della chiusura, perde lo 0,07% e Tokyo ha chiuso in perdita dello 0,14%. In rialzo dello 0,97% Seul.

Nel Vecchio Continente, nuova seduta negativa per la Borsa di Atene, dopo il tonfo di ieri del 16%. Ora il listino ellenico perde il 2,6% ma a pesare sono soprattutto i bancari che cedono il 30% (come ieri), mentre alcuni titoli non finanziari tengono a galla il listino. La società di giochi Opap avanza del 4,6% e MTKr.At, che costruisce infrastrutture energetiche, cresce di oltre l'8%. "Se rispetteremo i termini del vertice europeo, penso che raggiungeremo l'accordo i 18 agosto", ha fatto intanto sapere il portavoce del governo greco, Olga Gerovasili, secondo la quale "la prima fase del negoziato si e' conclusa oggi e domani inizia la seconda fase". I ministri greci dell'Economia e delle Finanze devono incontrarsi coi creditori per discutere di privatizzazioni e ricapitalizzazione delle banche. 

Le borse europee chiudono negative a eccezione di Francoforte, dove l'indice Dax avanza dello 0,15% a 11.461 punti. Se lo scivolone segnato ieri dalla borsa di Atene era atteso dai mercati, questa volta il nuovo tracollo delle banche greche, che hanno ceduto quasi il 30%, pesa sul comparto finanziario, mentre gli energetici appaiono incerti di fronte alla lieve ripresa del prezzo del petrolio. L'Ftse 100 di Londra lima uno 0,03% a 6.687 punti, il Cac 40 di Parigi cede lo 0,16% a 5.112 punti, l'Ftse Mib di Milano arretra dell'1,02% a 23.473 punti, l'Ibex di Madrid scende dell'1,16% a 11.135 punti.

 

 

 

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