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Economia
La crisi delle banche sarà meno virulenta, ma l’addio ai sostegni fa paura

Da un lato, perché l’aumento dei crediti deteriorati dovrebbe risultare inferiore a quanto osservato in precedenza grazie alle misure di sostegno adottate dai governi e da una politica monetaria espansiva. Dall’altro perché la remunerazione del capitale è passata dall’1% del primo trimestre del 2020 al 9% dello stesso periodo di quest’anno, grazie a una minore rischiosità.

Il secondo indizio è arrivato dal presidente del Consiglio di Vigilanza della Bce, Andrea Enria, sulla ripresa economica e sul ritorno prossimo delle banche alla completa distribuzione di dividendi e buyback. Per l’esponente italiano a Francoforte, l’Eurotower è pronta a una graduale ma decisa riduzione delle misure di sostegno.

Il che significa che dall’anno prossimo agli istituti di credito, complice una ripresa ancora più robusta del previsto (neanche la variante Delta sembra preoccupare troppo gli analisti), verranno riproposte le restrizioni in materia di requisiti patrimoniali.

D’altronde, se per il 2021 la preoccupazione è ancora quella di “portare a casa la pelle”, dall’anno prossimo si torna a ragionare in un’ottica pre-pandemica. Senza dimenticare, però, il periodo che ci stiamo lasciando alle spalle.

Enria ha chiesto ancora una volta che due sono i sentieri da intraprendere: quello della costituzione delle bad bank per eliminare in maniera più rapida lo stock di sofferenze ricorrendo a un mercato secondario piuttosto liquido; e al consolidamento delle strutture esistenti. Di fatto, è l’ennesima benedizione per le fusioni tra banche.

Infine, una nota ancora sugli Npl. Se è vero che progressivamente le misure di contenimento dovranno essere allentate, Corrado Passera, intervenuto allo stesso convegno in cui era presente Enria, si attende che circa metà della moratoria complessiva sul credito ancora in essere, cioè 128 miliardi, possa trasformarsi in sofferenze. E l’intenzione del ceo di Illimity è fare in modo che solo una piccola parte di esse si trasformi in zavorre definitive per le aziende.

Le altre, con la complicità di tutto il sistema bancario, dovranno essere ritrasformate in crediti performing per ridare slancio alle imprese. Facile a dirsi, ma il modo per renderlo possibile c’è.

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