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Economia
Occupazione Ocse, Italia penultima: fa peggio solo il Costa Rica al 58,3%

Nel terzo trimestre l'occupazione cresce in tutta l'area Ocse, raggiungendo il 68% 

Anche nel terzo trimestre del 2021 l'occupazione nell'area Ocse aumenta, raggiungendo il 68% contro il 67,4% del secondo. Ma non solo. A crescere è anche il tasso di partecipazione alla forza lavoro, che include occupati e disoccupati, passato al 72,5% dal 72,2%.

Lo ha reso noto l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, sottolineando che il miglioramento dell'occupazione riguarda sia le donne, il tasso passa dal 60,2% al 60,8%, sia gli uomini che passano dal 74,7% al 75,3%, e le varie classi di età.

Tra i giovani di 15-24 anni l'occupazione media nei Paesi industrializzati è aumentata al 41,6% dal 40,9%, tra i 25-54enni al 77,9% dal 77,3% e tra i 55-64enni al 61,7% dal 61,1%. L'Italia, pur con numeri in miglioramento, resta lontana dalle medie Ocse e si conferma nel plotone di coda delle statistiche sull'occupazione.

Come rileva l'Ocse, il livello di lavoro è aumentato in 35 dei 37 Paesi aderenti all'Organizzazione per cui sono disponibili i dati, mancano infatti i rilevamenti della Turchia. A registrare una flessione è la sola Australia, dove l'occupazione nel terzo trimestre è diminuita al 74,8% dal 75,4% del secondo trimestre, mentre la Finlandia ha registrato un tasso stabile al 72,7%.

Nell'area euro il livello di occupazione è salito di 0,7 punti percentuali al 68,4%. La Germania èpassata al 76,3% dal 76,1% con 40 milioni di occupati, la Francia è migliorata al 67,5% dal 67% con 27,5 milioni di occupati e l'Italia si è portata al 58,5% dal 57,9%, restando comunque di quasi 10 punti sotto la media e al penultimo posto nell'Ocse: solo il Costa Rica ha un tasso inferiore, con 22,2 milioni di occupati.

Tra i maggiori Paesi, di rilievo la crescita dell'occupazione di 1,4 punti in Canada (al 73,8%), di 0,8 punti negli Usa (al 69,8%, anche se ancora di 1,9 punti sotto il pre-pandemia), di 0,4 punti in Corea (al 66,8%), di 0,3 punti nel Regno Unito (al 75,4% con 31,1 milioni di occupati) e di 0,2 punti in Giappone (al 77,9%). I dati piu' recenti, relativi al quarto trimestre hanno mostrato un ulteriore incremento dell'occupazione in Canada (al 74,8%) e negli Usa (al 70,5%).

Gli incrementi maggiori dell'occupazione nel terzo trimestre rispetto al precedente nell'Ocse sono, per altro, appannaggio del Cile (59,2% dal 57,3%), della Colombia (61,5% dal 59,6%), del Costa Rica (58,3% dal 55,6%) e dell'Irlanda (71,1% dal 69,1%). Tuttavia Cile, Colombia e Costa Rica continuano a registrare il divario piu' ampio tra i Paesi Ocse rispetto ai tassi pre-pandemia, relativi al quarto trimestre 2019.

Per contro, i tassi di occupazione sono sopra i livelli ante-crisi in Australia, Francia, Grecia, Ungheria, Nuova Zelanda e Portogallo. A livello di intera Ocse, il livello di occupazione del terzo trimestre dello scorso anno resta di 0,9 punti inferiore al pre-crisi, dopo essere sceso fino al 63,5% nel secondo trimestre del 2020, nel periodo peggiore della pandemia.

Tornando ai dati del terzo trimestre, il tasso di occupazione in assoluto piu' elevato tra i Paesi Ocse e' quello dell'Olanda, all'81,3% dall'80,7% del secondo, davanti all'Islanda (80,4% dal 79,5%) e alla Svizzera (79,6% dal 78,6%). L'Olanda brilla anche per l'occupazione femminile, che e' salita al 77,9% dal 77,3%, cosi' come si distingue la Svizzera che migliora al 75,8% (dal 74,1%), ma il primato spetta all'Islanda con il 78,5% dal 76,6%.

La Germania e' al 72,7% dal 72,5%, la Francia al 64,9% dal 64,2% e l'Italia al 49,6% dal 48,8%. A livello di intera Ocse, il livello minimo di lavoro tra le donne e' in Costa Rica, con il 45,7% dal 41,8% del secondo trimestre, seguito dal Messico (46,6%), dalla Colombia (48,3%), dal Cile (49,4%), dall'Italia e dalla Grecia (49,8% dal 48,4%).

Tra i giovani, il mercato del lavoro piu' favorevole tra i 37 Paesi industrializzati recensiti, resta quello dell'Olanda, dove il livello di occupazione dei 15-24enni e' salito al 73,8% nel terzo trimestre dal 71,8% del secondo. L'Islanda e' balzata al 67,2% dal 61,6%, l'Australia e' al 60% (dal 62%), il Canada al 57,5% dal 53,3%, la Nuova Zelanda al 59% dal 58%, il Regno Unito al 53% dal 51,7% e la Germania al 48,6% dal 48,5%, mentre la Francia e' al 32,8% dal 32,2%. L'Italia e' passata al 18% dal 17,5%. Solo la Grecia con il 14% (dal 12,8%) ha un tasso inferiore.
 

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