Le aziende energetiche festeggiano. Enel, Eni e Gse: il podio dei colossi
Eni è la regina degli utili, avendo chiuso il 2021 con 5,8 miliardi di euro
Ecco le aziende più redditizie in Italia
E’ il mondo dell’energia a confermarsi ai vertici per profitti e ricavi nel panorama dell’industria italiana. Enel ed Eni si collocano al top per ricavi nel 2021 e, in base ai conti parziali dei primi 9 mesi del 2022, lo stesso accade quest’anno. La società guidata dall’ad Claudio Descalzi, inoltre, è la regina in Italia per gli utili. E’ quanto emerge dalla 57esima edizione dello studio sulle Principali Società Italiane curato dall’Area Studi di Mediobanca. I conti parziali del 2022 mettono in luce fatturati ancora in forte crescita rispetto allo scorso anno con Enel ed Eni che al 30 settembre scorso hanno dichiarato ricavi superiori ai 100 miliardi, in crescita rispettivamente dell’84% e del 102,7% rispetto al terzo trimestre 2021.
Edison ha realizzato vendite in crescita del 233,5% rispetto ai primi 9 mesi del 2021, Saras (+106,3%), Saipem (+46,1%) e Leonardo (+4%). A2A ha chiuso invece la semestrale con fatturato in crescita del 145,3%, Hera (+113,9%), Prysmian (+31,7%), Ferrovie dello Stato (+16,5%), Poste Italiane (+2,7%), mentre Tim e Superit (holding che controlla Esselunga) hanno chiuso con giro d’affari pressoché invariato. Passando al 2021, la classifica dei fatturati vede Enel in testa con 84,1 mld, seguita da Eni (76,6 mld) e GSE (54,4mld). Le posizioni successive - prosegue lo studio Mediobanca - si aprono ad altri settori, come il manifatturiero che si impone con Fca Italy in quarta posizione (21,9 mld) e i servizi guidati da Tim in quinta (15,1 mld). Delle 1.763 imprese con graduatoria, sono 227 quelle con vendite superiori al miliardo (erano 187 nella scorsa edizione).
Sul fronte dei risultati netti, Eni è la regina degli utili, avendo chiuso il 2021 con 5,8 miliardi di euro, dopo la perdita di 8,6 mld del 2020. Seguono Enel con 3,2 mld (+22,2%) e Edizione che, con 1,6 mld, recupera la perdita del 2020 pari a 320 milioni di euro. Poste Italiane chiude a quota 1.578 milioni di euro (+30,7%). Al primo posto delle perdite si trova Telecom con 8,7 mld, ovvero il 57,2% del fatturato. Il risultato - sottolinea il Rapporto Mediobanca - sconta gli effetti della svalutazione dell’avviamento domestico per 4,1 miliardi di euro e dello stralcio, pari a 3,8 mld, delle attività per imposte anticipate. Seguono Saipem con 2,5 mld (35,9% delle vendite) e FCA Italy con 1,5 mld (7% del fatturato). Poste italiane si conferma il gruppo con il maggiore numero di dipendenti con 121.423 unità, in calo del 2,6% sul 2020. Segue Ferrovie dello Stato (81.906, +0,6%).
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