Mediobanca, rischio "pantano" per Del Vecchio. Senza posti in Cda - Affaritaliani.it

Economia

Mediobanca, rischio "pantano" per Del Vecchio. Senza posti in Cda

Luca Spoldi e Andrea Deugeni

Cosa farà ora Leonardo Del Vecchio in Mediobanca ora che Alberto Nagel gli ha fatto capire che non sposerà la sua idea di business per Piazzetta Cuccia? Nelle sale operative della City milanese gli scenari degli addetti ai lavori vanno definendosi.

Mr Luxottica, che ufficiosamente avrebbe già depositato un 8% di capitale in vista della partecipazione all’assemblea di lunedì prossimo (e potrebbe, secondo alcuni, continuare a salire sino al 14%-15%) e avrebbe già avuto un colloquio in Banca d’Italia forse in vista di un’ulteriore salita anche sopra il 10%, potrebbe presto trovarsi di fronte ad un bivio.

Alberto nagel
 

Se non dovesse essere rimosso neppure il vincolo statutario che prevede che il top management sia selezionato unicamente all’interno della prima linea della banca d’affari (punto che del resto non è stato introdotto tra quelli all’ordine del giorno dell’assemblea entro il termine previsto del 3 ottobre scorso), il patron di EssilorLuxottica correrebbe il rischio di fare la fine che ha fatto Vincent Bolloré in Mediaset.

Trovarsi cioè con centinaia di milioni di euro investiti senza poter incidere sulla gestione non avendo nell’attuale Cda (a 15 membri), in scadenza l’anno venturo, neanche un consigliere. Difficile infatti che qualcuno faccia un passo indietro per far posto a quello che, numeri alla mano, è il primo o il secondo azionista e che quindi il diritto a sedere nel board attraverso uno o più rappresentanti lo avrebbe. 

Mustier
 

A medio termine l’empasse potrebbe essere sbloccata vuoi cercando alleati, magari in Francia, negli ambienti finanziari transalpini in cui ormai Del Vecchio è ben introdotto, dalle parti della Compagnie financière Edmond de Rothschild o di Lazard (che Mediobanca conosce bene fin dagli anni Sessanta del secolo scorso). Oppure, se arrivasse il via libera della Bce, lanciandosi a far incetta di quote di capitale della merchant bank, per arrivare poco sotto la soglia del 30% superata la quale scatterebbe l’obbligo di un’Opa sull’intero capitale.

Ipotesi, secondo i ragionamenti, non così peregrina: Piazzetta Cuccia in Borsa infatti capitalizza 9,5 miliardi e per un 30% basterebbe investire in tutto meno di 3 miliardi. Neppure troppo per un imprenditore che possiede un patrimonio personale di circa 24 miliardi di euro e che non ha esitato a gettarsi solo due anni fa in una fusione da 50 miliardi di euro per dar vita ad un colosso mondiale delle montature e lenti per occhiali (Essilor-Luxottica).

vincent bollorè
 

A breve termine, tuttavia, il rischio di restare impantanati è alto a meno che, naturalmente, UniCredit o Bolloré non decidano di cedere la propria partecipazione (visto che le quote sono sopra i valori di carico) proprio a Delfin (la holding di Del Vecchio), facendogli al tempo stesso spazio in Cda.

Ma per UniCredit Mediobanca è la garanzia dell'italianità di Generali e Bollorè ha appena fatto sapere di essere molto soddisfatto di Nagel e del suo team