Mediobanca, Nagel chiude la porta a Del Vecchio: le strategie non cambieranno - Affaritaliani.it

Economia

Mediobanca, Nagel chiude la porta a Del Vecchio: le strategie non cambieranno

Il Ceo non recepisce gli inviti di Mr Luxottica su Generali e Compass

Nel nuovo piano industriale, Mediobanca “confermerà l'attuale strategia perché ha portato buoni risultati”. Alberto Nagel tira dritto. Forte dei risultati del primo trimestre (che il mercato ha apprezzato spingendo il titolo verso gli 11 euro) ma, soprattutto, dell’appoggio di gran parte del capitale (gli ultimi appoggi secondo i rumors sono arrivati dai fondi e in particolare dal colosso BlackRock, quarto socio al 4,98%) l’amministratore delegato di Mediobanca non recepisce le osservazioni mosse dal suo primo azionista Leonardo Del Vecchio al business di Piazzetta Cuccia. Un business che in futuro, per il fondatore dell’impero Luxottica, non dovrà “basarsi solo su Generali e Compass”, ma deve essere incentrato sulle attività core di “banca di investimenti”.

mediobanca
 

Mediobanca prosegue nel suo percorso di crescita, confermando la distintività e la sostenibilità del suo modello di business: focalizzazione su attività a elevata specializzazione e marginalità, la cui crescita deriva da tendenze strutturali di lungo termine, ampia dotazione di capitale e profilo di rischio tra i più contenuti in Europa”, ha fatto scrivere Nagel, anticipando quanto ha poi espresso esplicitamente durante la conference call, nella nota di commento alla prima trimestrale (la merchant bank chiude l’anno fiscale a giugno) del gruppo. Conti che si sono chiusi con un utile netto di 271 milioni (+10,3%), “ai massimi livelli degli ultimi tre anni” e superiori al consensus degli analisti (250 milioni).

Le critiche di Del Vecchio partono da un dato incontrovertibile: il contributo ai profitti da parte della controllata Generali (il 13% del capitale fra le principal investingè la voce più rilevante (135 milioni saliti da 96,9) fra le fonti di utili, ma la configurazione delle attività della banca e la trasformazione che il Ceo sta progressivamente portando in porto (nonostante un "difficile contesto di mercato" che Nagel ha ricordato anche oggi) comunque hanno garantito fino ad ora forti ritorni. Nel primo trimestre, ad esempio, il ritorno sul capitale tangibile è stato superiore al 10% sia a livello di gruppo che per quanto riguarda le sole attività bancarie (che quindi escludono il contributo dela compagnia assicurativa triestina).

leonardo del vecchio
 

Così, nel merito, il Ceo ha chiuso tutte le porte ai rilievi del primo azionista e Mediobanca, nonostante un confronto futuro con Del Vecchio come “avviene periodicamente con tutti gli azionisti” e che non mancherà quindi anche con Delfin, il 12 novembre partirà “dal lavoro fatto in questi anni e che vedete anche in questo trimestre", ha specificato il banchiere.

Così anche “la leva M&A, che è sempre stata guardata con interesse” e che potrebbe essere utilizzata attraverso l’utilizzo della cassa o anche attraverso dismissioni della quota Generali come vorrebbe Del Vecchio, “continua per noi a essere un’opzione, ma il bello - ha specificato Nagel - del nostro progetto e del nostro assetto attuale è che possiamo consegnare risultati interessanti anche senza essere obbligati” a fare acquisizioni. Quindi, il modello Essilor-Luxottica creato da Del Vecchio per il banchiere di Mediobanca  non è l’unica via per il conseguimento di redditività accettabile.

Poi il Ceo ha fatto capire che anche sulla governance la posizione di Del Vecchio, che pare vorrebbe modificare la previsione dello statuto sull’obbligatorietà della provenienza interna dell'amministratore delegato, è minoritaria. La governance di Mediobanca “come tutte le governance può essere migliorata, ma dal punto di vista del rating che viene assegnato dagli investitori è considerata attualmente molto bene”, ha fatto sapere il banchiere forte dell’ampio consenso riscontrato anche fra gli investitori istituzionali, oltre che dell’appoggio di alcuni soci storici come Ennio Doris e il francese Vincent Bollorè

Insomma, in Mediobanca il detto cucciano "le azioni si pesano e non si contano" è sempre più lontano.