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Economia
Mercati emergenti, possibile battuta d'arresto nel 2022: il report

Ottimismo per i mercati emergenti, ma è improbabile un bis, secondo gli analisti. Allarme per Omicron e rischi geopolitici 

"È molto incoraggiante che il tasso di vaccinazione nei mercati emergenti abbia visto una marcata accelerazione, anche se nuove varianti come Omicron possono ancora rappresentare un rischio. Tale contesto ha contribuito a sostenere la crescita economica, anche se un bis è improbabile nel 2022. Il fatto che la crescita degli emergenti sia destinata a moderarsi è però ben compreso dai mercati, che si sono adeguati di conseguenza nel corso del 2021". A scriverlo sono gli analisti di Schroders, multinazionale inglese di gestione del risparmio. 

Secondo gli analisti i mercati emergenti hanno il potenziale per sorprendere positivamente. Ma vi sono alcuni elementi chiave da considerare. Ad esempio, il rischio geopolitico è un'area da monitorare costantemente, e diverse elezioni chiave sono alle porte, a cominciare dalla Corea del Sud a marzo fino alle elezioni presidenziali del Brasile a ottobre. Le economie dei mercati emergenti La minaccia di nuove varianti, come Omicron, presenta un rischio continuo di cui dobbiamo essere consapevoli, che potrebbe cambiare le prospettive in modo abbastanza drammatico.

La stragrande maggioranza dei mercati emergenti e' sulla buona strada per inoculare il vaccino a gran parte della popolazione nei prossimi mesi. Questo dovrebbe essere chiaramente vantaggioso per quanto riguarda l'attuale ripresa dell'attivita' economica. Il miglioramento dei risultati riguardanti la pandemia da Covid sarebbe una buona notizia per i mercati emergenti e dovrebbero beneficiarne in particolare le economie basate sui servizi, specialmente quelle che dipendono fortemente dal turismo.

Tuttavia, non c'e' modo di sfuggire al fatto che la crescita economica dei mercati emergenti sara' piu' lenta nel 2022. Molte delle economie hanno gia' recuperato i livelli pre-pandemici, e questo naturalmente rende piu' difficile sostenere tassi di crescita superiori al trend. Per il 2021, la crescita e' parsa maggiore grazie al confronto coi livelli di base dell'anno scorso, e cio' praticamente garantisce dei tassi di espansione piu' lenti nel 2022. 

Andando oltre questi tecnicismi, ci sono alcune ragioni piu' fondamentali per aspettarsi un rallentamento della crescita. I downgrade delle nostre proiezioni di crescita dei mercati sviluppati comportano che la domanda di beni manufatti probabilmente si affievolira' nel corso di quest'anno, spiegano gli analisti.

Il commercio globale e' un importante motore della crescita dei mercati emergenti e mentre ulteriori scorte post-pandemia da parte delle aziende potrebbero fornire un sostegno a breve termine, e' improbabile che continuino i tassi stellari di crescita delle esportazioni visti durante il 2021.  Questo sara' probabilmente negativo per le piccole economie aperte dei mercati emergenti in Asia, in parte dell'Europa centrale e orientale e in Messico. 

L'outlook piu' debole della Cina avra' probabilmente delle implicazioni per alcuni mercati emergenti. Ad esempio, se la ridotta attivita' del settore immobiliare portasse a una domanda piu' debole di materie prime come i metalli industriali, cio' colpirebbe le esportazioni delle economie dell'America Latina e dell'Africa sub-sahariana.

All'interno dei mercati emergenti, una politica monetaria e fiscale piu' rigida pesera' sempre piu' sulla crescita. Il forte aumento dell'inflazione dei mercati emergenti, che ha soffocato molti di loro nel 2021 e ha costretto le banche centrali ad aumenti relativamente aggressivi dei tassi di interesse, dovrebbe attenuarsi. Tuttavia, i tassi piu' alti solitamente pesano sull'attivita' con un ritardo da sei a nove mesi.

In combinazione con la possibilità di un certo ridimensionamento fiscale, mentre i Governi tentano di riparare i danni alle posizioni di bilancio causati dalla pandemia, una politica piu' rigida sara' probabilmente un freno significativo all'attivita'. In ultima analisi, cio' potrebbe significare che le banche centrali non realizzeranno tutto l'inasprimento che e' stato prezzato sui mercati, aprendo una finestra di opportunita' per gli investitori nei mercati locali.

Il risultato, concludono gli analisti, è che ci aspettiamo che la crescita del Pil nei mercati emergenti rallenti dal 6,5% previsto nel 2021 a circa il 4,5% nel 2022. Se abbiamo ragione, è improbabile che la crescita in tali mercati superi quella di alcuni mercati sviluppati. E anche se questo non dovrebbe essere una sorpresa completa per gli investitori, un premio di crescita così ridotto ha creato un contesto difficile per i mercati. 

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