La campagna elettorale di Angela: "Atene non doveva entrare nell'euro"

Le urne sono sempre più vicine e la campagna elettorale di Angela Merkel è in pieno corso. La Cancelliera si gioca gran parte dei suo ampio consenso sulla questione europea. E proprio sulla crisi dei Paesi poco virtuosi, Grecia in primis, il primo ministro teutonico attacca a testa bassa.
A farne le spese è il suo predecessore alla guida del governo, Gerhard Schroeder. Secondo Merkel, è il leader socialdemocratico (Cancelliere dal 1998 al 2005) ad aver permesso quello che non sarebbe mai dovuto accadere: l'ingresso della Grecia nell'euro. Un'affermazione che segue una strategia ormai consolidata: più la Cancelliera si dimostra rigida con i discoli mediterranei e più acquisisce vigore (e voti) in patria. Anche il ministro delle finanze Wolfgang Schaeuble ha preso parte all'offensiva, affermando chiaramente che se il partito di Angela Merkel uscirà vincitrice dalle elezioni del prossimo 22 settembre, "non ci saranno più salvataggi con il modello seguito in Grecia per altri Paesi in difficoltà dell'Eurozona". Ogni Paese ha le sue promesse elettorali: l'Italia ha l'Imu e il cuneo fiscale, la Germania lo stop agli aiuti.
Per il momento la strategia funziona. Un sondaggio pubblicato sul settimanale tedesco Stern mettein luce il crollo dei Verdi, l'impennata della Linke, il tonfo della Spd che fu di Schroeder e la fuga di Angela Merkel. Nel giro di una settimana il partito ecologista ha perso due punti, recipitando all'11%, il valore piu' basso dall'ottobre 2012,
mentre la Linke fa un balzo in avanti di due punti al 10%, il risultato migliore degli ultimi due anni.