Non c'è solo Unicredit in lizza per Mps, sempre che un compratore ci sia per davvero. Anche Banco Bpm, scrive il Fatto, potrebbe essere del gioco. L’istituto nega ci siano stati contatti, anche se più rumors finanziari raccontano che il Tesoro ha sondato la banca milanese guidata da Giuseppe Castagna. Anche questa operazione, però, richiederebbe un aumento di capitale, metà del quale a carico del Tesoro. La deadline come noto è il 1 dicembre, quando servirà un miliardo per la ricapitalizzazione.
Di tempo ce n’è poco. Ieri il ceo di Mps Bastianini ha rievocato la galleria degli orrori che ha azzoppato Mps a partire dalla disastrosa acquisizione di Antonveneta nel 2008 fino ai quattro aumenti di capitale tra il 2011 e il 2017 (polverizzati, agli attuali valori di Borsa, 18 miliardi).
E ora, per liberarsi di 8 miliardi di crediti deteriorati, Mps è obbligata a un aumento di capitale da quasi un miliardo, da realizzare emettendo obbligazioni a tassi stellari che costeranno alla banca oltre 100 milioni l’anno e che andranno ad appesantire il già fragile conto economico.
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