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Mps ora è contendibile: la Borsa tiepida non scommette sul risiko
Banca MPS

Mps ora è contendibile: la Borsa tiepida non scommette sul risiko

Dopo la recente vendita di una parte delle azioni di Mps da parte del Tesoro, il mercato si interroga sul futuro della più antica istituzione bancaria al mondo e sulle strategie del suo principale azionista. È certo che il Ministero dell'Economia e delle Finanze rimane presente nel capitale della banca senese (che ha subito una perdita del 1,34% in Borsa), ma con una quota ora inferiore al 33%, il che rende la banca più aperta a possibili cambiamenti. Con una vendita improvvisa avvenuta martedì sera, il Governo ha ceduto il 12,5% delle azioni (a un prezzo di 4,150 euro per azione) per raccogliere 650 milioni di euro, riducendo così la sua quota dal 39,23% al 26,73%, sotto la soglia di controllo dell'assemblea straordinaria. Questo è quanto riportato dal Sole 24 Ore. 

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Si tratta di un passo significativo che indica l'intenzione del Governo di ridurre la propria partecipazione in Mps. In mancanza di un acquirente, un'altra possibilità è che il Governo mantenga una presenza nel capitale della banca, rallentando così il processo di privatizzazione. Questo sarà valutato nel tempo. Nel frattempo, il Tesoro sarà vincolato per i prossimi 90 giorni a causa di accordi di lock-up, ma si sta già discutendo sui prossimi passi da compiere. La strada più logica sembra essere quella di una fusione con un altro partner, che potrebbe avvenire tramite un'operazione di consolidamento o attraverso ulteriori cessioni gradualmente. Tuttavia, rimane aperta la questione del potenziale partner. UniCredit è uno dei candidati principali, ma al momento non ci sono sviluppi concreti. BancoBpm è un'altra opzione, anche se il CEO Giuseppe Castagna ha sottolineato la volontà di mantenere l'indipendenza della banca. Gli analisti di Intermonte suggeriscono che la vendita aggiuntiva di azioni di Mps sposti l'attenzione su Banco Bpm come principale attore nel consolidamento bancario. Unipol è un altro candidato, ma anche qui non ci sono certezze. 

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In caso di fusione, la quota del Tesoro si ridurrebbe notevolmente, a seconda del partner scelto. Senza acquirenti, il Governo potrebbe optare per rimanere nel capitale di Mps, almeno temporaneamente, posticipando così il consolidamento oltre il 2024. Questa possibilità è stata discussa a Roma e richiederebbe l'approvazione di Bruxelles. Il Tesoro, che ora può contare su un dividendo di 85 milioni di euro approvato dalla BCE, ha già incassato circa 1,6 miliardi di euro tra novembre e martedì con le vendite di azioni, pari all'importo versato nell'aumento di capitale del 2022. Tuttavia, i vertici di Mps sono meno entusiasti, con il CEO che ha ricevuto una compensazione inferiore al milione di euro a causa del tetto salariale imposto.


 






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