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Economia
Mps, Salvini: "Presto piano Lega con le firme a Draghi". Letta rischia il ko
Letta Salvini Lapresse

Un piano targato Lega sul Montepaschi sta per arrivare sulla scrivania del premier Mario Draghi. Strategia le cui linee Claudio Borghi, una delle menti economiche del Carroccio, aveva anticipato ad Affaritaliani.it già a marzo. Direttamente dall'ex roccaforte rossa Siena dov'è intervenuto a un evento elettorale, il leader della Lega Matteo Salvini ha agitato ancora per fini elettorali contro il Pd il caso UniCredit-Mps, un dossier delicato da maneggiare con cui visti gli impegni presi dall’Italia con l’Unione europea nel 2017 in sede di ricapitalizzazione precauzionale del gruppo toscano e la rilevanza dell’istituto nel panorama del sistema bancario tricolore. Salvataggio che s'incrocia con una battaglia politica dall'alta posta in gioco per due dei più grandi partiti italiani.

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Dopo aver ipotizzato ieri a margine del Forum Ambrosetti una proroga della vendita del Monte che ora ha 7.000 posti di lavoro a rischio e 300 sportelli che potrebbero chiudere, oggi Salvini ha bocciato nuovamente la fusione tra la banca senese e UniCredit e rilanciato il progetto del "terzo polo" che, ha anticipato, presenterà a Mario Draghi personalmente. Opposizione che rischia di rallentare l’operazione in Parlamento (con scossoni nella maggioranza governativa multicolore) dove il deal deve passare, secondo quanto previsto nell’ultima legge di bilancio, per il disco verde finale delle Camere alla concessione del beneficio fiscale per l'acquirente delle Deferred tax asset. Oltre alla Lega, contro la privatizzazione del Monte infatti si sono schierati Fratelli d’Italia e il M5S

"C'è un progetto della Lega, della città. Raccoglieremo le firme, che porterò personalmente al presidente Draghi, perché Mps diventi, insieme ad altre banche dei territori, il terzo polo bancario di questo Paese. Non accetteremo svendite, peraltro pagate a caro prezzo dai cittadini", ha sottolineato il leader della Lega contrapponendosi al numero uno del Pd Enrico Letta che nelle suppletive di Siena si gioca il proprio futuro politico da segretario del Nazareno.

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Sul tema, la linea di Letta è che "la vicenda Mps sta trovando grazie a questo Governo soluzioni importanti: noi abbiamo alzato l'asticella sulle esigenze di salvaguardia dell'occupazione, della senesità e dell'unità del marchio e dell'azienda. Crediamo che il ministro Franco (dell’Economia, ndr) in Parlamento abbia indicato la strada giusta”. Dunque, incorporazione in UniCredit, con il Tesoro che dovrebbe rimanere azionista di UniCredit nella fase di accompagnamento (partecipazione tutta da quantificare).

L'M&A invece non sta bene a Salvini, per cui il dossier Mps (il futuro dei lavoratori e i desiderata dei molti stakeholder nella città del Paliorappresenta una congiuntura astrale troppo perfetta da non sfruttare per sferrare un colpo che può essere ferale per il prosieguo della carriera politica di Letta. "Intorno a Montepaschi possono riunirsi altre banche delle stesse dimensioni, che ci sono", ha spiegato il leader del Carroccio delineando a grandi linee il progetto alternativo targato Lega, "penso alla Puglia, alla Liguria, penso alla Lombardia, alla stessa Toscana, per diventare la banca delle piccole e medie imprese. Intesa e UniCredit sono le grandi banche internazionali per le grandi aziende, a me piacerebbe che gli sportelli di Mps e che i lavoratori possano diventare riferimento delle piccole medie imprese. Insomma, svendere a UniCredit, con altri 5 miliardi pagati dai cittadini, con 6.000 licenziamenti, 300 sportelli chiusi e un marchio che va a morire, è inaccettabile". Il leader della Lega è passato quindi all'attacco del Pd che, secondo lui, è il "principale responsabile del disastro di questa banca".

(Segue...)

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