Il fenomeno degli orti urbani e la civiltà dello stare insieme
di Antonio Galdo
Ho dato uno sguardo attento ai tre tomi scritti da Franco Giorgetta sull'importanza dell'orto e del giardino, ovunque, ricostruita attraverso il pensiero di grandi filosofi e protagonisti della storia della letteratura. È un'opera poderosa, 1.700 pagine, edita da Il Profilo (info@ilprofilo.it), che costa 68 euro a volume, ma se siete appassionati di questi temi potete fare un fantastico regalo di Natale. E non sprecate i vostri soldi. Giorgetta ci prende per mano e ci accompagna nell'universo dei Pensieri Forti, a proposito dell'importanza del verde. Ci ricorda una frase di Francesco Bacone, tratta dalla raccolta "I saggi" ("Dio fu il primo a piantare un giardino"), una convinzione di Cicerone ("Accanto alla biblioteca serve un giardino e un orto") e tira fuori perfino i sogni di Stalin, in età avanzata e dopo tutti i danni che aveva fatto con il suo potere criminale, che voleva trasformare un'area di due milioni di chilometri quadrati dell'immensa Russia in una gigantesca foresta e in uno "sconfinato giardino".
Adesso, e passiamo dalla storia all'attualità, l'orto e il giardino stanno fortunatamente tornando di moda. Nelle case private, negli edifici pubblici, e perfino nell'azione delle amministrazioni locali. Si sta diffondendo, per esempio, a macchia d'olio la pratica degli orti urbani: un fenomeno esploso a Roma, a Bologna, a Milano. E perfino a Napoli. In linea con la filosofia del Non Sprecare. Primo:non si spreca suolo, spazio, aria e benessere. Secondo: si coltivano in proprio ortaggi e fiori, con gioia di tutti, dalla propria famiglia ai vicini di casa e di strada. Terzo: si contribuisce, in modo concreto, a non sprecare la bellezza dei nostri luoghi.
Quanto ai saggi citati da Giorgetta, mi permetto di aggiungere al suo elenco il nome di mio padre, Luigi, che purtroppo ci ha lasciato una ventina di anni fa. Era un uomo saggio, come racconto nel libro L'egoismo è finito (Einaudi), e incentivò noi figli, quattro scalmanati, a fare l'orto. Diceva così: "L'orto vi insegnerà a stare insieme, perché la terra vi sfida a non litigare". Già, stare insieme. Una bella scommessa di civiltà, di progresso, di cambiamento. Una partita che si può vincere, meglio e più rapidamente, anche grazie alla coltivazione, insieme a qualcuno, di piante di fagiolini e di pomodori.