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Accordo Intesa-Confindustria. Messina: "In campo 150 miliardi di euro"

Intesa Sanpaolo e Confindustria insieme per le PMI nel post-Covid. In campo 150 miliardi di euro per la crescita sostenibile del settore

Competitività, innovazione e sostenibilità. Questi i pilastri del nuovo accordo firmato da Intesa Sanpaolo e Confindustria, sodalizio volto a favorire la crescita sostenibile della filiera industriale attraverso investimenti e in particolare la valorizzazione delle risorse umane in azienda.

Carlo Messina, consigliere delegato e CEO di Intesa Sanpaolo, e Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, hanno formalizzato e presentato oggi l'accordo a Milano negli spazi della Fondazione Cariplo. Con loro Alessandro Fontana, direttore del Centro Studi di Confindustria, e Anna Roscio, responsabile Sales e Marketing Imprese della Banca dei Territori di Intesa, per illustrare lo scenario macroeconomico e gli assi strategici di un percorso congiunto lungo tre anni.

L'accordo si configura come la normale prosecuzione di una decennale collaborazione fra la banca e Confindustria, iniziata nel 2009 per sostenere migliaia di imprese per oltre 200 miliardi di euro fino a oggi. Il nuovo accordo metterà a disposizione altri 150 miliardi di euro per promuovere l'evoluzione del sistema produttivo nella fase di ripresa post pandemica.

Fra i punti trattati durante l'incontro, particolare attenzione è stata riservata al riconoscimento delle capacità manageriali e delle competenze del capitale umano di un'azienda come fattori determinanti per la competitività della stessa. Per questo motivo parte dei fondi verranno destinati ad azioni per favorire l'occupazione, la formazione e la continuità aziendale, oltre che per agevolare il passaggio generazionale, incentivando smart working e imprenditoria femminile.

Il plafond di 150 miliardi messo a disposizione delle imprese consentirà di attivare investimenti privati, generando un effetto moltiplicatore delle risorse messe a disposizione per gli investimenti pubblici dal PNRR, e creando nuove prospettive di crescita sostenibile per il sistema produttivo italiano e per l’intero Paese", ha commentato Bonomi. "Dobbiamo accompagnare il Paese verso l’uscita dalla crisi pandemica, abbandonando progressivamente le misure emergenziali, sostenendo la ripresa e cogliendo appieno le opportunità del PNRR. Insieme al programma di riforme da perseguire senza indugio, serve agire sui driver di crescita. L’Accordo che Confindustria e Intesa hanno firmato oggi si inserisce proprio in questo quadro”. “La nostra economia sta attraversando trasformazioni epocali. La transizione ambientale, energetica e digitale investirà intere filiere produttive e avrà un impatto forte anche sulle comunità. Serve grande attenzione e responsabilità da parte delle Istituzioni perché agiscano in modo graduale e proporzionale e sostengano i processi di ammodernamento del tessuto industriale”.

“Il nostro Paese registra una ripresa consistente e superiore rispetto alla media europea", ha spiegato Messina"Ora la vera sfida, anche alla base di questo accordo, è far sì che tale ripresa si consolidi nel tempo e sia diffusa, dando vita ad una economia strutturalmente più robusta, in grado di sostenere livelli di crescita del Pil stabilmente maggiori di quelli cui siamo abituati. Siamo un paese con fondamentali solidi e imprese forti, che hanno retto alla crisi pandemica e per i loro piani di crescita oggi mettiamo in campo 150 miliardi di euro rinnovando l’azione congiunta con Confindustria. In tal senso supporteremo ulteriormente la valorizzazione delle filiere che, dopo essere stato uno dei principali fattori di resilienza durante la crisi, oggi possono e devono costituire un propulsore decisivo per la ripartenza del tessuto produttivo del Paese".

Poi ha aggiunto: "Il plafond, attivato per la fase di rilancio e per l’indispensabile transizione ecologica e tecnologica in cui ogni comparto industriale è coinvolto, rientra nell’ambito del nostro impegno complessivo ad attivare, nell’arco del PNRR, erogazioni a medio lungo termine per oltre 410 miliardi da qui al 2026, di cui 270 miliardi per le imprese, al fine di accelerare, attraverso la mobilitazione degli investimenti privati, la digitalizzazione, i progetti infrastrutturali e ambientali, il rafforzamento del sistema sanitario, la ricerca, la coesione sociale che sono anche al centro della nostra collaborazione con Confindustria e delle strategie del Gruppo”.

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