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E-Like spiega il mercato libero: niente sorprese in bolletta, solo scelte consapevoli
Cialona (E-Like): "Non vi sarà mai il rischio di rimanere senza luce o senza gas. Il rischio può riguardare solo il cambiamento delle condizioni contrattuali"

E-Like guida i consumatori nel passaggio al mercato libero: trasparenza sui costi, sicurezza in caso di fallimento del fornitore e differenze tra tariffe fisse e variabili
Con l’avvicinarsi del passaggio definitivo al mercato libero dell’energia, cresce tra i cittadini la necessità di comprendere meglio i meccanismi, i vantaggi e i potenziali rischi legati a questa transizione. In un contesto ricco di confusione e false credenze, la chiarezza è fondamentale per fare scelte consapevoli. E-Like, fornitore attivo nel mercato libero, ha deciso di rispondere alle domande più comuni dei consumatori attraverso la voce del suo Direttore Generale, Fabio Cialona, che con questa intervista affronta e smonta i principali miti, alla luce delle normative vigenti.
Passare al libero comporta costi nascosti di attivazione?
“Il passaggio al libero mercato e in generale i passaggi di fornitura e di fornitore per dettame di ARERA non possono prevedere alcun costo aggiuntivo. Per cui nel classico passaggio dal mercato tutelato a quello libero, o in caso di fornitura già attiva, il passaggio su un altro fornitore non comporta alcun costo. Caso diverso è, ma trascende il mercato di riferimento, il caso in cui si richieda al proprio fornitore l'attivazione fisica di un contatore spento, per cui da subentrare o di un contatore da attivare per la prima volta. Lì vi sono dei costi connessi all'operato del distributore che effettivamente si occupa dell'attivazione della fornitura, e potrebbero esserci dei costi specifici commerciali di ogni fornitore", ha dichiarato Fabio Cialona, Direttore Generale di E-Like.
Le tariffe indicizzate sono sempre più rischiose di quelle fisse?
“Non necessariamente le tariffe indicizzate sono più rischiose di quelle a prezzo fisso. O meglio, dovremmo accordarci sul concetto di rischio, perché anche le tariffe a prezzo fisso hanno un rischio connesso: quello di bloccare un prezzo non in linea con il mercato, rischiando quindi di pagare di più. In linea generale, per fare un paragone, posto che sono due prodotti diametralmente opposti, potremmo mutuare lo scenario finanziario: immaginare il prezzo fisso come un titolo di Stato con rendimento certo e basso, mentre il prezzo variabile ha più a che fare con il mercato azionario, con un profilo più dinamico ma potenzialmente più competitivo. Se guardiamo un periodo breve, come due o tre mesi, potremmo vedere delle differenze sostanziali. Ma se l’osservazione si estende a dodici mesi, ecco che statisticamente i prezzi variabili spesso risultano più vantaggiosi”.
Cosa succede se il fornitore fallisce?
“I mercati energetici, energia elettrica e gas, sono servizi di pubblica utilità. In funzione di ciò, il quadro normativo e regolamentare del settore prevede che, nel caso in cui un fornitore venisse meno, il cliente venga trasferito automaticamente nei mercati di tutela o di salvaguardia. Questi servizi vengono assegnati tramite aste pubbliche e prevedono condizioni contrattuali e tariffe già definite da ARERA. Quindi, non vi sarà mai il rischio di rimanere senza luce o senza gas. Il rischio può riguardare solo il cambiamento delle condizioni contrattuali: si passerà a quelle previste dal servizio di maggior tutela o di salvaguardia. Questi mercati paracadute si attivano sia per i clienti domestici sia per le aziende, a seconda della potenza impegnata o del fatturato”.