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Edison, ospitato a Milano l’atelier di AIDEN “Il Nuovo Nucleare in Italia”
Mottura (Edison): "La collaborazione europea nel nucleare permetterebbe all'Italia di incrementare la competitività del sistema Paese"

Edison e AIDEN insieme per discutere "Il Nuovo Nucleare in Italia" con il patrocinio dell'Ordine degli Avvocati di Milano
Si è tenuto oggi, presso Palazzo Edison di Milano, l’evento “Il Nuovo Nucleare in Italia”, l'atelier organizzato da AIDEN (Associazione Italiana di Diritto dell’Energia), in collaborazione con Edison e con il patrocinio dell’Ordine degli Avvocati di Milano. L’evento ha riunito i principali protagonisti del settore energetico e alcune tra le voci più autorevoli del mondo giuridico per fare il punto sui progressi tecnologici del nuovo nucleare e approfondire la disciplina regolatoria italiana in materia.
Il programma si è articolato in due panel tematici e tre interventi keynote. La mattinata si è aperta con il saluto di Piergiuseppe Biandrino, Presidente di AIDEN, ed una riflessione di Pippo Ranci, Professore di Politica Economica e Socio Fondatore di AIDEN, sui costi e benefici del nucleare, seguita dal primo panel, dedicato alla sostenibilità tecnologica del nuovo nucleare. Tra gli interventi, le prospettive offerte da tecnologie avanzate, il ruolo della cooperazione europea, la gestione dei rifiuti attraverso la quarta generazione e le differenze regolatorie tra fissione e fusione.
Durante il panel sulla ricostruzione di un nucleare sostenibile e, in modo particolare “I benefici del nuovo nucleare e l’importanza della collaborazione europea”, tra gli altri autorevoli relatori, è intervenuto Lorenzo Mottura, Executive Vice President Strategy, Corporate Development & Innovation di Edison. Secondo Mottura, il nucleare deve essere inserito in una strategia industriale di lungo termine, capace di andare oltre i soli obiettivi ambientali e contribuire alla competitività del Paese, abbattendo il costo finale dell’energia e garantendo anche calore decarbonizzato.
Nel suo intervento, ha sottolineato l’importanza di una visione più ampia, in cui il nucleare serva anche a rafforzare la sovranità tecnologica, ridurre la dipendenza energetica dall’estero e generare un volano di sviluppo economico-industriale per il sistema Paese. Ha quindi invitato a cogliere l’opportunità di partecipare attivamente a una cooperazione europea sul nucleare, che non si limiti allo sviluppo di tecnologie, come gli SMR, ma coinvolga anche la creazione di infrastrutture per il ciclo del combustibile. “Solo così”, ha aggiunto, “l’Italia potrà passare da semplice utilizzatore a protagonista nello sviluppo e nella gestione delle risorse strategiche”.
Mottura ha infine ricordato che oggi solo Russia e Francia controllano l’intero ciclo del nucleare, ma l’Italia, facendo leva su competenze europee, può inserirsi in un programma integrato che combini le potenzialità delle tecnologie di terza e quarta generazione. “Un programma lungimirante", ha concluso, “permetterebbe di ridurre i costi, aumentare l’indipendenza e accelerare lo smaltimento dei rifiuti radioattivi, trasformando il ritorno al nucleare in un’occasione concreta di rilancio industriale per il Paese”.
Nel pomeriggio, il focus si è spostato sugli aspetti giuridici con l’intervento di Giovanni Guzzetta, Professore di Diritto costituzionale e pubblico dell’Università Tor Vergata di Roma e Consigliere del Ministro sulla riforma normativa per un nucleare sostenibile, che ha esposto i criteri della futura legge delega, seguito dal secondo panel, che ha analizzato la disciplina italiana del nucleare alla luce della riforma normativa: dalle infrastrutture di base al ruolo dell’Autorità di regolazione, dalla governance europea al coinvolgimento delle comunità locali.
Nel corso del panel sulla disciplina italiana alla luce della legge delega, nello specifico “La governance del nucleare tra diritto interno e diritto dell’UE”, Filippo Donati, Professore di Diritto costituzionale dell’Università degli Studi di Firenze e Socio Fondatore di AIDEN, ha affermato che il nucleare rappresenta oggi un settore di enorme rilevanza economica in Europa, con investimenti stimati in 240 miliardi di euro entro il 2050 per la costruzione di nuovi impianti e l’estensione del ciclo di vita di quelli esistenti.
Tuttavia, ha spiegato che in base ai Trattati dell’Unione, la politica energetica rimane di competenza degli Stati membri. “La sfida”, ha affermato, “è costruire un sistema di regole comuni che garantisca sviluppo coordinato, sicurezza e buon funzionamento del mercato interno”, ricordando che la realizzazione di una centrale nucleare in un Paese può produrre effetti su tutti gli altri. Donati ha illustrato il quadro normativo europeo, definendolo “speciale” in quanto legato a Euratom, ma fondamentale per stabilire principi come l’indipendenza delle autorità nazionali e la sicurezza nella gestione delle scorie.
Il professore ha poi sottolineato come l’inserimento del nucleare nella tassonomia verde europea nel 2022, dopo una valutazione tecnica approfondita, abbia segnato un punto di svolta: oggi può essere considerato compatibile con gli obiettivi ambientali dell’UE. Questo cambiamento si affianca alla riforma costituzionale italiana che ha inserito la tutela dell’ambiente tra i principi fondamentali, rafforzando, secondo Donati, la legittimità del nucleare anche nel quadro nazionale.
Ha ricordato che alcuni Stati, come Germania e Belgio, stanno rivedendo le loro politiche di uscita dall’atomo, mentre in Italia si attende la legge delega. Nonostante ciò, manca ancora una disciplina aggiornata per le nuove tecnologie come la fusione nucleare. “Abbiamo un quadro di riferimento”, ha concluso, “ma c’è ancora molto da fare a livello europeo per adeguare le regole a una realtà in rapida evoluzione”.
Per Wladimiro Troise Mangoni, Professore di Diritto Amministrativo all’Università degli Studi di Milano, e Socio Fondatore di AIDEN, la localizzazione degli impianti nucleari richiede il coinvolgimento attivo delle comunità locali, affinché i cittadini non percepiscano i progetti come imposizioni dall’alto ma come opportunità di sviluppo. Ha evidenziato come il giurista, in presenza di una legge delega, debba contribuire a immaginare strumenti normativi capaci di superare le resistenze sociali, prevedendo forme di partecipazione e valorizzazione dei territori interessati.
Troise ha sottolineato l'importanza di bilanciare il diritto alla rappresentanza delle istanze locali con la necessità di procedimenti autorizzativi chiari e rapidi. “Non basta compensare”, ha detto, “occorre condividere i benefici", citando esempi come lo sviluppo dell’imprenditoria e la riduzione dei costi energetici. Ha infine proposto l’uso di accordi tra promotori e enti locali come strumento concreto per favorire consenso e legittimazione sociale dei progetti nucleari.
La giornata si è conclusa con una riflessione sulla formazione specialistica nel settore, a cura di Marco Ricotti, Professore ordinario di impianti nucleari del PoliMi e Presidente del Consorzio CIRTEN. Un’occasione di dialogo e approfondimento che ha riunito scienza, diritto e politica energetica verso un futuro nucleare più sicuro, sostenibile e condiviso.
L'intervista di Affaritaliani a Lorenzo Mottura, Executive Vice President Strategy, Corporate Development & Innovation di Edison
A margine dell'evento, Lorenzo Mottura, Executive Vice-President Strategy, Corporate Development & Innovation di Edison, ha dichiarato ai microfoni di Affaritaliani: "L’Italia ha oggi un’opportunità concreta per sviluppare una collaborazione a livello europeo nel settore nucleare. Una collaborazione che include sia il co-sviluppo della tecnologia dei piccoli reattori nucleari, i cosiddetti Small Modular Reactors (SMR), sia la partecipazione del nostro Paese come co-investitore nello sviluppo delle infrastrutture necessarie all’approvvigionamento e alla gestione del ciclo del combustibile".
"Si tratta di un passaggio particolarmente rilevante, perché permetterebbe di utilizzare il nucleare non solo come leva per la decarbonizzazione e per la competitività del sistema Paese, ma anche per rafforzare l’autonomia tecnologica ed energetica dell’Italia, grazie alla capacità di presidiare il proprio ciclo del combustibile. In più, consentirebbe di generare un vero e proprio volano economico-industriale, valorizzando pienamente la filiera nucleare italiana e ponendola al centro di un progetto europeo. Un volano capace di produrre sviluppo, occupazione e risorse utili per avviare concretamente la nuova fase del nucleare nel nostro Paese", ha poi concluso Mottura.