IIA, in corso la seconda giornata dell’Italian Insurtech Summit 2025: focus su AI e inclusione per l’innovazione assicurativa - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 16:30

IIA, in corso la seconda giornata dell’Italian Insurtech Summit 2025: focus su AI e inclusione per l’innovazione assicurativa

Di Francesco (IIA): "L'inclusività riguarda la necessità di abilitare l’accesso alle coperture assicurative per l’intera popolazione italiana e per tutto il tessuto socio-economico"

di Federica Toscano

IIA, Italian Insurtech Summit 2025: la seconda giornata tra inclusione, Intelligenza Artificiale e attesa per gli Awards

Prosegue oggi la seconda e conclusiva giornata della sesta edizione dell’Italian Insurtech Summit, il principale evento italiano dedicato all’innovazione assicurativa, organizzato da Italian Insurtech Association in co-promozione con SHARE. Dopo l’intensa giornata inaugurale, anche oggi il Milano LUISS Hub accoglie oltre 500 imprese, 150 speaker e più di 80mila partecipanti fisici e digitali, confermando il Summit come piattaforma di riferimento per la trasformazione del settore assicurativo italiano.

Il focus di questa edizione è l’Insurance Inclusion, la nuova frontiera dell’innovazione assicurativa: un’evoluzione che affianca alla trasformazione digitale un approccio orientato all’accessibilità, alla fiducia e all’educazione assicurativa. L’Intelligenza Artificiale non è più solo un abilitatore tecnologico, ma un asset industriale strategico per ampliare la platea assicurata, rendere la protezione più sostenibile, personalizzabile e predittiva.

Il Summit sta inoltre mettendo in luce la dinamica particolare del mercato italiano, dove il 76% degli investimenti insurtech proviene dalle compagnie, contro il 51% della media europea, mentre startup e tech company contribuiscono solo per l’8% (33% in Europa). Una asimmetria che rallenta la nascita di nuove soluzioni e l’attrazione di capitali tecnologici, e che l’ecosistema mira a colmare con partnership e iniziative di formazione avanzata.

La centralità dei dati emerge anche dalla mappa degli investimenti 2021–2025, che vede distribution & embedded insurance e product innovation al 20%, claims automation al 18%, data management al 17% e l’AI, oggi al 5%, destinata a diventare una delle principali aree di crescita dal 2026. Le ricerche presentate al Summit mostrano come dati avanzati e Intelligenza Artificiale stiano trasformando la protezione assicurativa, rendendola più sostenibile e inclusiva.

Lo studio IIA–Join Business evidenzia che sei consumatori su dieci usano già assistenti AI, ma la fiducia resta il fattore decisivo per una piena adozione. La ricerca CRIF conferma il legame tra rischio atmosferico e comportamento ESG: le imprese più virtuose registrano fino al 60% di sinistri in meno. EY richiama l’attenzione sui nuovi rischi climatici, cyber e demografici, sottolineando l’importanza di prevenzione e resilienza. Completano il quadro gli approfondimenti su etica, governance dell’AI ed embedded insurance, segnando una direzione chiara: un settore sempre più guidato da dati e modelli inclusivi.

La chiusura del Summit avverrà questa sera con la cerimonia degli Italian Insurtech Awards 2025, che quest’anno metteranno in evidenza non solo le innovazioni digitali più avanzate, ma soprattutto i progetti in grado di generare un impatto concreto in termini di accessibilità, inclusione assicurativa e riduzione del protection gap.

Gli Awards celebreranno compagnie, startup, partner tecnologici e professionisti che, attraverso dati, AI, modelli di embedded insurance e nuovi approcci alla gestione del rischio, stanno contribuendo a trasformare il settore in chiave inclusiva e sostenibile. La serata rappresenterà anche un momento di networking strategico tra i principali player dell’ecosistema, a conferma del ruolo del Summit come punto di incontro della community insurtech italiana.

 

L’intervista di Affaritaliani a Gerardo Di Francesco, Vice Presidente e Co-fondatore di IIA e Managing Partner di Wide Group

Gerardo Di Francesco, Vice Presidente di IIA e Co-fondatore e Managing Partner di Wide Group, ha dichiarato ai microfoni di Affaritaliani: “Una due giorni entusiasmante: questa edizione del Summit è stata all’insegna dell’inclusività. Un’inclusività che riguarda il tema della sottoassicurazione, ma anche la necessità di abilitare l’accesso alle coperture assicurative per l’intera popolazione italiana e per tutto il tessuto socio-economico. Inclusività significa anche diversità, sperimentazione, incontro tra esperienze diverse”.

È stato un grande successo che ha visto un forte allineamento tra le istituzioni, che hanno partecipato e inaugurato la due giorni, le società che rappresentano la filiera assicurativa e quella tecnologica. Anche le ricerche presentate si sono contraddistinte per il focus sull’inclusività, sull’inclusion e sull’etica, in particolare riguardo all’adozione dell’AI e alle nuove piattaforme abilitatrici dell’embedded insurance. Sono stati approfonditi anche temi come i rischi catastrofali e quelli legati all’inverno demografico, uno dei principali argomenti affrontati durante il Summit, oltre ai rischi cyber derivanti dalle nuove tecnologie”, ha concluso Di Francesco.

 

L’intervista di Affaritaliani a Matteo Bonati (Capgemini); Antonio Bosco (PowerAI); Alberto Leolini (Findomestic Banca) e Giuseppe Dosi (CRIF)

Matteo Bonati, Insurance Director di Capgemini ha dichiarato ai microfoni di Affaritaliani: “Il Summit è un bellissimo evento, siamo passati al format di due giornate, quindi rappresenta certamente un’importante occasione per conoscere molte esperienze diverse e numerosi relatori. Ieri, mi dicevano, erano presenti più di 80 speaker: davvero estremamente interessante. Sono convinto che sia un’opportunità per tutti per osservare l’evoluzione della tecnologia e capire cosa sta accadendo nel mercato, con una prospettiva non solo italiana ma anche internazionale. Ritengo quindi che sia ormai un appuntamento immancabile nel panorama nazionale, e la presenza così massiccia di sponsor, partecipanti e persone collegate dà pienamente la misura del suo successo”.

Come Capgemini Italia, insieme a Iolo e all’InsureTech Association, siamo giunti alla quarta edizione della ricerca. Abbiamo iniziato questa analisi qualche anno fa, quando l’open & embedded insurance in Italia era ancora agli albori". Bonati ha spiegato come l’evidenza emersa quest’anno, sia uno scenario che fiino al 2030, offre una visione positiva: il numero di player cresce, aumentano i volumi di prodotti venduti e si conferma un trend costante di sviluppo, con ottime potenzialità in vista del 2030. Tutti i segmenti risultano in buona salute; segnalo in particolare due verticali: quello del Travel & Hospitality, in cui tutti noi, come clienti, possiamo vedere quanto sia semplice oggi acquisire una copertura assicurativa durante i viaggi e quello delle utilities, un ambito emergente.

Il trend è positivo anche dal punto di vista del modello: confermiamo la maturità dell’offerta assicurativa. Tra i tre modelli, Linked, Related e Bundled, il preferito è il Bundled, probabilmente perché è quello più apprezzato dalla generazione 'point and click', quindi dai clienti più giovani: Generazione Z e Millennials", ha affermato Bonati. In generale, il trend è positivo e conferma che l’open & embedded insurance rappresenta un efficace meccanismo per favorire l’inclusione assicurativa. Secondo Bonati, l'Italia soffre da sempre di un problema di sottoassicurazione, soprattutto nel ramo danni. "Ecco, il modello Open & Embedded costituisce una leva concreta per contribuire a colmare questo gap", ha concluso Bonati.

Antonio Bosco, CTO di PowerAI (Start Factor), ha spiegato ad Affaritaliani che l’azienda considera fondamentale integrare competenze di business e capacità tecnologiche per ottenere un impatto reale nei processi assicurativi. Come ha affermato: “In Start Factor crediamo che il vero impatto dell’utilizzo dell’AI nei processi assicurativi si ottenga soltanto coniugando l’anima business e l’anima tecnologica. Per questo motivo abbiamo due anime distinte: una business, che conosce in profondità i processi core delle compagnie assicurative, e una tecnologica, che comprende come applicare la tecnologia più adeguata per risolvere problemi reali”.

Bosco ha ricordato che l’azienda ha lavorato soprattutto su due casi d’uso principali, in particolare sulla gestione dei sinistri, un ambito tradizionalmente caratterizzato da attività ripetitive. Su questo fronte, ha dichiarato: “La gestione dei sinistri è un ambito che finora ha richiesto un forte impegno manuale da parte degli operatori assicurativi, chiamati a svolgere task molto ripetitivi legati alla consultazione della documentazione. Si tratta di un caso d’uso che siamo riusciti ad automatizzare completamente, consentendo così agli operatori di concentrarsi sulle attività davvero core e non sui compiti ripetitivi. Qui l’impatto tecnologico ha garantito un ritorno sull’investimento di circa il 200% e un efficientamento di oltre il 50% delle attività degli operatori”.

Parlando del secondo caso d’uso, in ambito commerciale, Bosco ha evidenziato come la tecnologia sviluppata da Start Factor incida anche sull’esperienza del cliente finale. Come ha spiegato: “Abbiamo sviluppato una soluzione con un forte impatto anche sull’utente finale: potenziamo il lavoro delle agenzie sul territorio e dei broker, aiutandoli a individuare il prodotto migliore per il cliente giusto nel momento più opportuno. In questo modo", ha proseguito Bosco, “rendiamo più efficiente il processo di vendita per le compagnie assicurative e, allo stesso tempo, offriamo agli utenti il prodotto più adeguato alle loro esigenze”.

Bosco ha poi ribadito che per Start Factor l’AI deve avere una funzione trasformativa e non meramente comunicativa. “In Start Factor crediamo che l’AI non debba essere un semplice strumento di marketing, ma una vera forza trasformativa”. Ha concluso sottolineando l’approccio consulenziale dell’azienda: “Deve essere applicata ai processi core delle compagnie assicurative per generare un impatto concreto e risolvere problemi reali per i nostri clienti. È per questo che accompagniamo i clienti comprendendo innanzitutto i loro problemi di business e individuando la tecnologia più adatta per affrontarli e risolverli”.

Alberto Leolini, Responsabile Prodotti Complementari di Findomestic Banca, ha raccontato ad Affaritaliani il tema dell’inclusione, che è al centro della strategia dell’istituto, sottolineando come l’obiettivo sia quello di rendere accessibili il credito e le coperture di protezione a tutta la popolazione italiana. Come ha affermato: “La nostra ambizione è essere al fianco del cliente, supportarlo nelle sue scelte, consigliarlo e offrirgli sempre le soluzioni migliori. Questo richiede uno studio approfondito e un utilizzo intelligente delle nuove opportunità tecnologiche”.

Leolini ha ricordato come Findomestic, leader nel credito al consumo e forte di 40 anni di attività, operi con una rete capillare di collaborazioni nel mondo auto e retail. In questo contesto, ha spiegato che l’assicurazione non può più essere considerata un prodotto isolato, dichiarando: “L’assicurazione deve essere integrata nell’offerta complessiva del credito. La vera opportunità è mantenere questa integrazione all’interno del percorso del cliente”.

Guardando alle nuove sfide, Leolini ha evidenziato la crescita del digitale, oggi pari a circa il 45% delle richieste, che richiede un profondo ripensamento dei modelli assicurativi. Come ha precisato: “La crescita del digitale porta con sé la necessità di soluzioni più rapide e coerenti con l’erogazione del credito digitale. Nel mondo assicurativo questo implica un cambio di paradigma”. La parola chiave, secondo Leolini, è semplificazione, che permette di unire in un unico flusso credito e protezione senza gravare sul cliente: “Semplificare non significa banalizzare, ma offrire soluzioni semplici, con poche regole e di grande valore”.

In chiusura, Leolini ha ricordato che Findomestic ha già avviato questo percorso da anni con risultati molto positivi, aggiungendo: “Siamo talmente sicuri della qualità delle nostre offerte che non prevediamo alcuna barriera all’uscita: il cliente può decidere in qualunque momento di chiudere il prodotto”.

Giuseppe Dosi, Head of Insurance di CRIF, ha spiegato che per valutare un rischio in modo realmente completo non basta considerare solo i fattori oggettivi. Come ha sottolineato, “per fare una valutazione completa dei rischi bisogna guardare sia i rischi oggettivi,come, ad esempio, la pericolosità geografica nel caso degli eventi naturali, sia i rischi soggettivi”.

Dosi ha evidenziato che, nel caso delle imprese, questi rischi soggettivi sono strettamente legati ai comportamenti ESG. Ha chiarito che “a parità di rischio fisico, per esempio a parità di esposizione a un evento come la grandine, vediamo che gli imprenditori virtuosi, in linea con i criteri ESG, hanno una sinistrosità fino a 40 punti inferiore alla media del portafoglio”.

Di contro, ha aggiunto che le aziende che non adottano pratiche ESG mostrano livelli di rischio significativamente più elevati: “gli imprenditori che non seguono i dettami ESG registrano una sinistrosità fino al 60% superiore alla media del mercato”. Dosi ha quindi concluso sottolineando l’importanza di unire i due livelli di analisi: “la cosa importante è combinare rischio oggettivo e rischio comportamentale, integrando fattori diversi che permettono di spiegare il rischio in modo molto più accurato”.