Plastica, entra in vigore la direttiva europea che bandisce gli ‘usa e getta’ - Affaritaliani.it

Corporate - Il giornale delle imprese

Plastica, entra in vigore la direttiva europea che bandisce gli ‘usa e getta’

Ma la produzione di materie plastiche in tutta Europa è tornata a salire

Da sabato 3 luglio entra in vigore la direttiva comunitaria che bandisce prodotti in plastica usa e getta:  si chiama ‘direttiva Sup (Single use plastic) approvata nel 2019. Da questa data, non sarà più possibile utilizzare tutta una serie di prodotti monouso, quali posate, cannucce piatti in plastica usa e getta, cotton fioc, cannucce, bastoncini per palloncini realizzati in plastica, nonché alcuni contenitori alimentari in polistirolo espanso e tutti quei prodotti per i quali esistono in commercio alternative economiche più sostenibili".

Intanto la produzione di plastica è tornata a crescere, anche nell’Unione Europea. Dopo un significativo calo di produzione della prima metà del 2020 causa Covid-19, la produzione si è ripresa di nuovo nella seconda metà dell’anno e si andranno a superare i 358 milioni di tonnellate.

L’UE sta già prendendo delle misure per ridurre la quantità dei rifiuti di plastica, ma cosa succede a tutti quegli scarti che comunque si generano nonostante gli sforzi fatti? E come si può aumentare il tasso di riciclaggio dei rifiuti di plastica?

Il trattamento dei rifiuti di plastica in Europa

In Europa la termovalorizzazione è il modo più usato per smaltire i rifiuti di plastica, seguito dal riciclaggio. Il 25% circa dei rifiuti in plastica generati viene smaltito in discarica.

Metà della plastica raccolta per il riciclaggio viene esportata per essere trattata nei paesi al di fuori dell’UE. I motivi per cui viene esportata includono la mancanza di strutture, di tecnologia o di risorse finanziarie adeguate a trattare localmente i rifiuti. In passato una fetta significativa dei rifiuti di plastica esportati veniva spedita in Cina, ma è probabile che il recente blocco all'importazione dei rifiuti di plastica contribuisca a un ulteriore diminuzione delle esportazioni UE. Questo comporta il rischio di un aumento dell’incenerimento e della messa in discarica dei rifiuti di plastica in Europa.  Nel frattempo l’UE  è al lavoro per cercare modalità circolari e rispettose del clima per la gestione dei propri rifiuti di plastica.

Una così piccola percentuale di riciclaggio di plastica in Europa implica grosse perdite sia per l’economia che per l’ambiente. Si stima che il 95% del valore dei materiali per imballaggio di plastica si perda nell’economia dopo un ciclo di primo utilizzo molto breve.

I ricercatori stimano che nel 2019, a livello globale, siano state immesse più di 850 milioni di tonnellate di gas serra nell’atmosfera tramite la produzione e l’incenerimento della plastica. Tali emissioni potrebbero salire fino a 2,8 miliardi di tonnellate entro il 2050, ma questo potrebbe essere in parte evitato, attraverso un metodo di riciclaggio più efficace.

il 46% di tutti i rifiuti urbani nell'UE viene riciclato o compostato. Tuttavia, i metodi per la gestione dei rifiuti sono molto diversi a seconda degli stati membri e numerosi paesi utilizzano ancora le discariche per smaltire gran parte dei rifiuti urbani.

Lo smaltimento in discarica è quasi inesistente nei paesi del nord-ovest dell’UE (Belgio, Paesi Bassi, Svezia, Danimarca, Germania, Austria, Finlandia), che gestiscono i rifiuti urbani soprattutto attraverso l’utilizzo di inceneritori e metodi di riciclo. La Germania e l'Austria sono in cima alla classifica dei paesi che riciclano di più.

Nei paesi dell’est e sud Europa l’utilizzo delle discariche rappresenta ancora il metodo principale per la gestione dei rifiuti. Per Malta, Cipro e Grecia più dell’80% dei rifiuti finisce in discarica; per Bulgaria, Croazia, Slovacchia e Romania più del 60%; per Spagna e Portogallo circa il 50%). Altri stati membri (Estonia, Lussemburgo, Francia, Irlanda, Slovenia, Italia, Lettonia, Lituania) smaltiscono circa un terzo dei rifiuti nelle discariche, ma usano anche gli inceneritori e riciclano più del 40% dei rifiuti domestici (escluse Estonia e Lettonia). Tra il 2006 e il 2017 l’uso delle discariche è diminuito notevolmente in Estonia (60 punti percentuali), Finlandia (57), Lettonia (64), Lituania (65), Slovenia (69).