Ocse, recessione? La Borsa fa spallucce. Così Draghi aiuta ancora l'Italia - Affaritaliani.it

Economia

Ocse, recessione? La Borsa fa spallucce. Così Draghi aiuta ancora l'Italia

Buddy Fox

Su dati economici negativi, recessivi in Europa e con le previsioni dell’Ocse, le Borse hanno fatto una scrollata di spalle e sono ripartite verso nuovi record

Eppure in Italia c’è sempre lo stesso governo “dispettoso”, e in America c’è sempre Trump che continua a twittare come e più di prima, in Turchia c’è Erdogan sempre fumantino, e la Cina ha sempre le ambizioni di conquistare il mondo, nulla è cambiato, tranne il sentiment di borsa. Ve lo ricordate il braccio di ferro tra l’Europa e l’Italia per lo sforamento nel DEF, con i tentativi, scoordinati, di Juncker, e le scaramucce tra Di Maio e Salvini e i vari europeisti ortodossi convinti? E il braccio di ferro tra Powell della Fed e Trump, lo ricordate? Condito dalle minacce (oltraggio a corte!) di defenestrare un governatore che tra l’altro era fresco di nomina. Bracci di ferro che potevano piegare e spezzare il mondo, bracci di ferro in cui i mercati speravano di non vedere nessun vincitore, ma di rimanere nel limbo e nell’incertezza.

Ma come, i mercati ora amano l’incertezza? Sì, perché non vogliono che ci sia nessun vincitore, non vogliono che ci sia nessuno che possa decidere, magari prendendo provvedimenti contro la finanza, perché sono i mercati che devono vincere, e più l’incertezza pervade il mondo, più le Banche Centrali sono costrette ad intervenire, prima bloccando i piani ambiziosi di aumento dei tassi e successivamente con iniezioni di nuova liquidità. Chiamiamolo Quantitative Easing, chiamatele operazioni “TLTRO”, non è null’altro che la teoria “Hotel California” in queste pagine più volte annunciata. “Puoi fare check-out quando vuoi dall’Hotel, ma non te ne andrai mai” dice il testo della canzone degli Eagles, ed è questa la metafora che spiega l’attuale stato dei mercati finanziari, cosparsi di droga monetaria, “imprigionati” dentro la dimora del denaro facile, dei tassi zero, sistema, spirale da cui sarà difficile uscire, se non con una severa cura disintossicante. E maggiori saranno i problemi, come ad esempio il rischio Brexit, oppure il problema sui dazi tra Cina e Usa, oppure le future elezioni europee, e maggiori saranno le dosi interventiste delle Banche Centrali a sostenere i mercati in difficoltà, nel caso ce ne fosse il bisogno.

Ed è per questo che oggi, su tutti i monitor di borsa, proprio nella ricorrenza del primo Aprile, è andato in onda il pesce più grande: su dati economici negativi, addirittura recessivi in Europa e con le previsioni al ribasso dell’Ocse, le borse hanno fatto una scrollata di spalle, un buffetto e sono partite a razzo per nuovi record. Milano +1, Francoforte +1,30 e via così, e questo nonostante il trimestre di rialzi eccellenti appena concluso. Nessuno oggi era capace di trovare una motivazione che potesse giustificare questo rialzo, nemmeno cercando tra le più assurde.

Ma se il pesce d’Aprile fosse un altro? E cioè se dopo questa baldoria, questo sprazzo di euforia, con nuovi acquisti e nuovo denaro fresco piovuto sulle borse oggi, arrivasse l’acquazzone in forma di correzione improvvisa? Se è vero che sono le banche centrali a guidare le danze, è altrettanto vero che se gli istituti sono pronti a correre in soccorso ogni qualvolta suona una sirena d’allarme (nessuno vuole più rivivere un 2008), è altrettanto vero che non fa nemmeno comodo lasciare le briglie dei mercati nei momenti di felicità, rischiando nuova euforia e conseguentemente il rischio che si formi una nuova bolla con inevitabili conclusione, catastrofica. Dunque, attenzione al facile entusiasmo, attenzione quando le cose sembrano volgere al bel tempo stabile, perché il troppo bello e il troppo brutto a chi regge le attuali sorti del mondo non piace. Sembra di stare nella favola di “Riccioli d’oro”, dove le cose buone sono tutte quelle che stanno nel mezzo, solo tra le mezze misure non correrai il rischio di dubitare che sia tutto uno scherzo.

@paninoelistino