Pensioni, ricalcolo contributivo: tagli oltre 30%. Stangata sui pensionati - Affaritaliani.it

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Pensioni, ricalcolo contributivo: tagli oltre 30%. Stangata sui pensionati

Pensioni, tagli pesanti sugli assegni dei pensionati col ricalcolo contributivo e Opzione Tutti. Le stime Cgil

Pensioni e Opzione tutti: quanto si perde con uscita anticipata e ricalcolo contributivo

Riforma pensioni: il premier Draghi punta su Opzione Tutti con flessibilità in uscita che sarebbe sostenibile per i conti pubblici. La Cgil non ci sta e simula i potenziali tagli derivanti dal ricalcolo della pensione. In sintesi, Opzione Tutti potrebbe far perdere tra il 20% e il 35%. Secondo quanto ha stimato nei giorni scorsi Repubblica, tra 20 e 130 mila euro di minori incassi dall’uscita agli 82 anni (attuale traguardo della vita media). Ricordiamo che nel 2022 le regole prevedono che si possa andare in pensione con Quota 102: 64 anni di età e 38 di contributi o simili. Poi nel 2023 dovrebbe partire per l'appunto la riforma del sistema previdenziale (in assenza di essa, al momento, si tornerebbe alla legge Fornero, con scalone e 67 anni per la pensione o 42 anni e dieci mesi di contributi - o un anno e mezzo per le donne). Vediamo comunque i conti fatti dalla Cgil.

Pensioni, quanto si perde con il ricalcolo contributivo? Le stime Cgil

Il ricalcolo contributivo della pensione è iniquo: produrrebbe un taglio importante che potrebbe arrivare a superare il 30% dell'assegno lordo. Così l'Analisi dell'Osservatorio Previdenza della Cgil nazionale e della Fondazione Di Vittorio mette un punto al dibattito in corso sulla riforma pensioni che lunedì vedra l'avvio del confronto tra il premier Mario Draghi e i sindacati. La stima è elaborata sulla base di diversi casi, tutti 'misti', cioè con un'anzianità contributiva inferiore ai 18 anni di contribuzione al 31.12.1995.

Pensioni, Cgil: metodo ricalcolo contributivo non equo

Ad esempio, come spiega Ezio Cigna, responsabile Politiche previdenziali della Cgil, ''per una retribuzione di 20 mila euro lorde e con 30 anni di contribuzione complessiva, con una carriera lineare e 15 anni di contribuzione al 31.12.1995, la pensione lorda mensile passerebbe da 870 euro con il sistema misto a 674 euro con ilricalcolo contributivo, un taglio pari al 22,6%. Una differenza che in questo caso per un soggetto che anticipa a 64 anni l'uscita con il ricalcolo contributivo peserebbe per 19.344 euro di pensione in meno nell'intero periodo di pensionamento''.

Il metodo di ricalcolo dunque, ribadisce, "non è equo". E determinerebbe un vantaggio per lo Stato, imponendo "un onere irragionevole" al lavoratore nel caso di anticipo della pensione, come oggi già avviene con Opzione Donna.

Secondo le simulazioni effettuate dal sindacato, ''non cambia molto se si prende a riferimento un reddito superiore a 30.000 euro lorde alla cessazione, con 38 anni di contribuzione": la pensione lorda da 1.605 euro passerebbe a 1.376 euro, una differenza di 229 euro, pari al 14,2% sul totale della pensione, con un'incidenza pari al 32,7% sulla quota retributiva. "In questo caso - conclude- la forbice del mancato incasso a 82 anni (attesa di vita media) è pari a 8.151 euro''.