Spreafico (Schroders) ad Affari: "Petrolio verso 50 dollari. Ecco come investire"

di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
"Un prezzo del petrolio a 50 dollari al barile? Potrebbe accadere presto. Non è inverosimile". Lo spiega ad Affaritaliani.it Mario Spreafico direttore investimenti di Schroders secondo cui "nel breve periodo, i Paesi dell'Eurozona e in particolare la Germania e l'Italia, nazioni tradizionalmente importatori di greggio, potranno beneficiarsi di questa situazione". Quali sono dunque i consigli per gli investitori? "Petroliferi a parte, tutti i titoli azionari del Footsie Mib sono gettonabili. In tutta Europa guarderei in generale ai ciclici", dice. "Mentre sarei un poco più cauto ad investire sui Paesi emergenti", conclude Spreafico.
L'INTERVISTA
Come mai il forte calo del prezzo del petrolio, conseguente alla decisione dell'Opec di mantenere l'offerta invariata, ha generato un calo dei mercati finanziari, nonostante un greggio più a buon mercato possa soprattutto portare in dote una maggiore crescita del Pil?
"Questo è vero per i Paesi tradizionalmente importatori di petrolio come Italia, Germania e Giappone, dove i benefici sono quasi evidenti dal punto di vista dei costi di produzione. Ma il problema del prezzo del greggio è ben più delicato".
E cioè?
"A parte il calo violento che c'è stato, la diminuzione strutturale è dovuta in parte a fattori legati all'andamento della domanda e dell'offerta e in parte all'aumento della spesaper investimenti per lo sfruttamento delle energie rinnnovabili dopo il protocollo di Kyoto. Trend che ha preso piede in maniera impressionante a livello mondiale negli ultimi 10 anni. Questi rappresentano degli elementi di disturbo per la tenuta di quei Paesi in cui il petrolio rappresenta un'importante fonte di sussistenza ma che sono anche lo snodo di equilibri molto sottili. Penso al Venezuela, all'Iran e alle economie del Nord Africa. La cui situazione rappresenta un potenziale fattore di destabilizzazione dei mercati. In più, a spaventare gli investitori c'è il timore della deflazione in Europa".

E quindi?
"Costi energetici e di produzione più bassi vogliono dire anche una maggiore deflazione da offerta in un contesto in cui la disinflazione ha raggiunto livelli di guardia".
Nel suo ultimo report, Societè Generale ha stimato un prezzo del Wti sotto i 70 dollari e un prezzo del Brent sotto i 75 fino al 2019. Condivide queste previsioni?
"Bisogna vedere. In questo momento, la dinamica del prezzo del petrolio è dettata essenzialmente dalla legge della domanda e dell'offerta. Da questo punto di vista, da un lato, gli Stati Uniti hanno raggiunto l'autosufficienza energetica e ciò ha sicuramente creato un problema all'offerta di materie prime. Dall'altro, un'economia europea in stagnazione non spinge la domanda. L'andamento del prezzo del greggio, quindi, sarà determinato da quanto è stata sovrastinata la domanda da parte dei Paesi emergenti. Cina in primis".
Ma il prezzo del barile potrebbe anche arrivare a 50 dollari?
"Certo, non è inverosimile".
In questo scenario come deve muoversi un investitore per guadagnare e non andare incontro a brutte sorprese?
"Nel breve periodo, i Paesi dell'Eurozona e in particolare l'Italia postranno beneficiarsi di questa situazione. Quindi, petroliferi a parte, sono gettonabili tutti i titoli azionari del Footsie Mib. In tutta Europa, guarderei in generale ai ciclici. Sarei un poco più cauto sui mercati emergenti, gruppo in cui sono numerosi i Paesi esportatori di petrolio".