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Economia
Piano per la ripresa dell'Europa, il nuovo report di EY identifica 1000 progetti Green pronti a partire

Piano per la ripresa dell'Europa, il nuovo report "A Green Covid-19 Recovery and Resilience Plan for Europe" di EY.

In un momento storico in cui gli Stati membri dell’Unione Europea stanno preparando i loro piani di ripresa economica post Covid, un nuovo studio ad opera di EY, “A Green Covid-19 Recovery and Resilience Plan for Europe”, identifica i 1.000 progetti “pronti a partire”, in tutti gli Stati membri dell'UE inclusa l'Italia, che hanno il potenziale per generare nell’immediato benefici economici, creare posti di lavoro e accelerare la transizione verso un'economia sostenibile a zero emissioni di gas serra. Si tratta di progetti già in fase di sviluppo e che con i dovuti fondi (richiederebbero circa 200 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati equamente distribuiti in tutti i paesi dell'UE) creerebbero già nel breve termine più di 2 milioni di posti di lavoro. Inoltre, questo elenco rappresenta solo una frazione di tutti progetti green che sono in fase di sviluppo in Europa e che, se ricevessero i fondi, permetterebbero di impiegare in attività produttive e sostenibili tutti i 12 milioni di lavoratori a tempo pieno che hanno perso il loro lavoro a causa del covid-19 nonché creare opportunità per altri lavoratori.

Alcuni dati chiave:

  • I 1000 progetti identificati da EY in sole 4 settimane e che hanno un valore di investimento di oltre 200 miliardi di euro, potrebbero creare dare lavoro a più di 2 milioni di persone e hanno il potenziale per evitare le emissioni di 2,3Gt di gas serra. EY stima che questa lista rappresenti solo circa il 10% dei progetti di decarbonizzazione attualmente in fase di sviluppo in Europa.
  • Circa il 30% dei progetti elencati sono sviluppati da start-up e PMI, molti dei quali sono progetti innovativi, come soluzioni per la mobilità sostenibile, idrogeno verde, bonifica del territorio e materiali da costruzione a bassa emissione di gas serra.
  • Oltre il 20% dei progetti individuati sono su piccola scala e richiedono investimenti fino a 5 milioni di euro. Il sostegno a queste innovazioni costruirà i futuri mercati europei per prodotti e servizi green in cui queste aziende dell'UE potranno essere leader.
  • Il miglioramento della qualità dell'aria, la riduzione dell'inquinamento acustico, l'indipendenza energetica, le industrie a basse emissioni di gas serra e la sicurezza alimentare sono anch'essi parte del valore che questi progetti possono contribuire a fornire.
  • I paesi dell'Europa centrale e orientale ottengono ottimi risultati quanto a progetti di decarbonizzazione: la Croazia e la Slovacchia hanno il più alto rapporto di progetti pro capite e hanno superato le grandi economie come la Francia o la Germania nella produzione di progetti. Diversi progetti sono localizzati in aree di transizione dal carbone, suggerendo chiare opportunità per trasformare tali regioni in modo verde e resiliente.

In Italia i progetti individuati da EY sono complessivamente 95 di cui 29 nel settore energetico, 15 nei trasporti, 13 di progetti di uso del suolo e agricoltura, 23 per l’industria e l’economia circolare, 16 nel settore delle costruzioni. Con questi progetti si stima che si potrebbero creare subito 120mila posti di lavoro.

«A Green Covid-19 Recovery and Resilience Plan for Europe mostra come con un investimento da 200 miliardi di euro di fondi pubblici e privati equamente distribuiti in tutti i paesi dell'UE potrebbe tamponare nel breve termine l’emorragia occupazionale, generando più di 2 milioni di posti di lavoro – spiega Roberto Giacomelli, associate partner del team Climate Change and Sustainability Service di EY – compensando il 20% dei posti di lavoro persi con la crisi legata al Covid19. Dal punto di vista del cambiamento climatico consisterebbe in un taglio complessivo delle emissioni di lungo termine di 2,3 gigatonnellate di CO2eq , rendendo più resiliente e competitiva l’economia europea». 

«La cosa che ci ha stupito – continua Roberto Giacomelli – è che nonostante l’arco temporale limitato dell’indagine, siamo stati in grado di raccogliere un numero elevatissimo di progetti, al punto che tanti sono stati lasciati fuori dalla lista. È emerso un tessuto dinamico, con tante idee innovative e tanti progetti di R&D avanzatissimi. Un tessuto che, se sostenuto economicamente può portare l’Italia ad essere leader nella green economy». 

Non mancano certo gli elementi negativi. Ci sono numerose barriere da rimuovere spiegano gli autori del report. «In Italia sono sia normative che finanziare, in egual peso», continua Roberto Giacomelli. Spesso anche quado la normativa è chiara, la burocrazia è lenta e farraginosa. E dove non ci sono barriere di questo tipo, specie per i più piccoli, il sostegno finanziario rimane il problema chiave».

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