Economia

Pictet AM punta su Cina e Giappone e snobba Europa e Stati Uniti

Lo stop del gas russo cancellerebbe circa l'1,5% del pil tedesco quest'anno e il 2,7% l'anno prossimo

L'Europa stretta dalla crisi energetica

Le forniture di gas russe all'UE si attestano al momento ad appena il 20% dei loro livelli normali, alzando la prospettiva di una stretta energetica debilitante per la crescita. La Germania appare particolarmente vulnerabile a una recessione nella seconda metà dell'anno e il sentiment delle imprese del Paese è sceso a livelli molto bassi. Secondo le stime del FMI, un eventuale stop russo alle forniture di gas all'Europa cancellerebbe circa l'1,5% del PIL tedesco quest'anno e il 2,7% l'anno prossimo. Esistono, però, ancora altri rischi che i mercati azionari europei devono affrontare. Uno di questi è la caduta del governo italiano. Ne sono convinti gli esperti di Pictet Asset Management che vedono nero per il futuro del nostro Paese e dell'Europa tutta.

Le dimissioni di Mario Draghi da capo di governo e la probabilità che un'amministrazione populista di destra prenda le redini del Paese dopo le elezioni di settembre hanno fomentato i timori di una crisi del debito sovrano italiano. In primo luogo, poiché una quota del fondo UE per la ripresa dal COVID è subordinata all'attuazione da parte dell'Italia delle riforme strutturali avviate dal governo dimissionario di Draghi. Il secondo rischio a questo correlato è la difficoltà della BCE di convincere gli investitori che è in grado, qualora necessario, sia di correre in aiuto dell'Italia sia, allo stesso tempo, di bloccare l'impennata dell'inflazione dell'eurozona.

La situazione è meno rosea per l'eurozona, dove l'indicatore anticipatore dell'economia di Pictet AM è attualmente al di sotto dei livelli pre-pandemia. Lo slancio continua a peggiorare (trascinato a ribasso dalla Germania), mentre accelerano ancora le pressioni sui prezzi. La Banca Centrale Europea è chiaramente in ritardo nella lotta all'inflazione rispetto alla Federal Reserve statunitense, che lo scorso mese ha aumentato i tassi di interesse di altri 75 punti base.

Non va meglio negli Usa

"I nostri indicatori del ciclo economico - spiegano gli analisti - mostrano un crescente divario tra i sondaggi sul sentiment di aziende e consumatori, confrontati con i dati reali. Mentre i primi stanno peggiorando bruscamente, i secondi sono finora rimasti relativamente forti, probabilmente sostenuti dai risparmi delle famiglie e dal potere di determinazione dei prezzi delle aziende. Tale resilienza potrebbe non durare a lungo, come stiamo già iniziando a vedere negli Stati Uniti, dove la stretta delle condizioni finanziarie inizia a lasciare il segno. Abbiamo abbassato a negativa la nostra valutazione macroeconomica per gli Stati Uniti e tagliato le nostre previsioni di crescita del PIL per il 2022 portandole al 2,2% (dal 3,0% precedente): un livello vicino a quello normalmente accettato. Il risvolto positivo per l'economia statunitense è che stanno aumentando gli indizi che suggeriscono che l'inflazione starebbe per raggiungere il picco massimo". 

Puntare su Cina e Giappone

Un raggio di sole per il mercato azionario globale è rappresentato dal Giappone. All'interno del mondo sviluppato, l'economia giapponese si distingue per le sue prospettive di crescita ragionevolmente sane, con valutazioni positive nel nostro quadro di analisi; inoltre, è meno vulnerabile all'inflazione. La debolezza dello yen dà grande vantaggio agli utili societari giapponesi, che potrebbero soddisfare con maggior facilità le aspettative degli analisti. Al momento, c'è dunque un sovrappeso sulle azioni giapponesi.

La fiducia nella capacità di recupero delle azioni cinesi è stata recentemente rafforzata dai dati sulla liquidità, che mostrano come l'impulso al credito cinese (che misura sia il costo che la disponibilità del credito alle imprese e ai consumatori) si sia spostato in territorio positivo per la prima volta in diversi mesi. Tutto ciò, unito ai rinnovati sforzi delle autorità per aumentare gli investimenti nelle infrastrutture, dovrebbe migliorare le prospettive dei titoli cinesi; continuiamo comunque a sovrappesare il Paese.

"I trend positivi che vediamo emergere in Cina - concludono gli analisti di Pictet Asset AM - (in particolare quelli relativi alla spesa per le infrastrutture) sono di buon auspicio per le azioni delle materie prime, verso le quali restiamo sovraesposti. Abbiamo, allo stesso tempo, scelto di mantenere il nostro sovrappeso nei titoli sanitari, che dovrebbe rivelarsi positivo qualora le condizioni economiche dovessero peggiorare ulteriormente. Visto che il ciclo economico globale è sul filo del rasoio, il prezzo dei settori azionari economicamente sensibili appare equo rispetto alle controparti più difensive. Per il momento, preferiamo evitare di orientare eccessivamente il nostro portafoglio verso una delle due direzioni, monitorando invece da vicino le previsioni di crescita nelle prossime settimane".