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Economia
Rai, Draghi col nome del Ceo in tasca: Cioli o Maggiore?
Mario Draghi Lapresse

La selezione utile a trovare l'amministratore delegato della Rai affidata a una società di cacciatori di teste, è ormai conclusa, ma sui nomi vige massimo riserbo. Fra quelli più accreditati per il ruolo di Ceo spicca Laura Cioli, ex ad di Rcs e Gedi e consigliera di amministrazione di Mediobanca, che potrebbe essere affiancata - sulla poltrona fin qui occupata da Marcello Foa - dall'ex direttore (Tg3, Rai3, RaiNews) Antonio Di Bella.

Lo scrive Repubblica spiegando che altri indizi portano al profilo di Matteo Maggiore, direttore Comunicazione della Bei, la banca europea degli investimenti da cui proviene il nuovo capo di Cassa depositi e Prestiti, Dario Scannapieco, fedelissimo del premier. Maggiore ha le carte in regola per piacere ai piani alti del governo: curriculum internazionale e siderale distanza dalla politica nostrana.

Prima, però, Camera e Senato dovranno votare i quattro componenti del cda espressi dal Parlamento. La doppia seduta a voto segreto era prevista per domani, ma il M5S dilaniato dalla faida Conte-Grillo ha chiesto un rinvio.

A Montecitorio si vota il 14. Lega e FdI, con l'apporto di Fi, dovrebbero convergere sui due consiglieri uscenti: Igor De Biasio e Giampaolo Rossi. Il Pd e' orientato su Francesca Bria, anche se fra i dem c'è chi preferirebbe Stefano Menichini. I grillini, divisi per bande, non hanno ancora scelto. Quel che è certo che la stagione della Rai a trazione grillo-leghista, nata nell'estate 2018 sotto l'egida del primo governo Conte, è giunta al capolinea. Tre anni costellati di insuccessi.

L'ultimo clamoroso autogol risale a giovedì scorso, quando è stato ufficializzato l'acquisto da parte di Mediaset dei diritti sportivi per la Coppa Italia. Sono i numeri a fotografare il declino. Seppur chiuso in sostanziale pareggio grazie all'iniezione di liquidità disposta dal Mef, il bilancio appena approvato registra una posizione finanziaria netta negativa per oltre mezzo miliardo, peggiorata di 303 milioni rispetto al 2017.

I ricavi sono in caduta libera - meno 147 milioni - come la pubblicità (-45). E se i costi sono diminuiti lo si deve per lo piu' alla pandemia, che ha fatto slittare di un anno Olimpiadi ed Europei. Un'eredità pesante, per chiunque sia chiamato a raccoglierla.

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