Renzi, che fegato... di Sergio Luciano
di Sergio Luciano
Diciamo la verità: stavolta, fra tante consuete sbruffonerie, Matteo Renzi una ne ha fatta che richiedeva fegato, contravvenendo a uno dei tabù storici del nostro Paese e addirittura della nostra mentalità. Ha detto che i magistrati perderanno i 15 giorni di ferie all’anno in più di cui godono rispetto ai comuni mortali. Apriti cielo. Più che il dolor potè il digiuno. Le toghe, ancora esulcerate dalle offese di Berlusconi & C., non fanno in tempo a respirare che adesso, fellone, già le attacca Matteuccio? La verità è che Renzi, oggi non ricattabile (se avessero potuto, l’avrebbero già impallinato, sia i nemici politici interni ed esterni al Pd che soprattutto gli amici!) da fine animale politico qual è ha percepito che la “pancia” del Paese è tutta stufa dell’autoreferenzialità strafottente e immune da tutto della magistratura. E quindi ha reagito da par suo: regalando al popolo la testa mozzata di un altro tabù violato. E’ solo l’inizio di quella che forse sarà una battaglia renziana lunga e dura. Sulla quale non c’è che da fargli tanti auguri. A meno che il “Rottamattore” non faccia subito una bella marcia indietro, di quelle che iniziano ad accumularsi nel suo breve ma febbrile curriculum da premier. E a meno che non gli arrivi tra capo e collo qualche bell’avviso di garanzia.