Economia
Renzi, fra miracoli e bugie
di Gianni Pardo
Mi confesso battuto. Pur avendo costantemente obbedito all’impegno delle idee chiare e del buon senso contadino (il mio nume tutelare è Bertoldo) ammetto che Matteo Renzi è riuscito a mandarmi in confusione. Riguardo alla sua azione politica mi sento come il provinciale perplesso dinanzi al magliaro che gli fa sotto il naso il gioco delle tre carte. Mi chiedo costantemente se è un imbroglione che non ha combinato niente, oppure qualcuno che, nelle condizioni date, ha fatto miracoli. E sarei io che non lo giudico con equità. Per chi è abituato ad avere opinioni che reputa evidenti, questo stato d’incertezza è quasi una sofferenza. L’unica sperabile consolazione è che qualcuno la condivida.
Matteo Renzi è così evidentemente un bugiardo, uno sbruffone, un incrocio tra Rodomonte e Münchhausen, che non riesco a fidarmene. Se dice “sta piovendo”, e vedo che cade acqua dal cielo, mi capita di esclamare: “Guarda, sta veramente piovendo!” La diffidenza nei suoi confronti ha raggiunto tali livelli che mentre prima mi limitavo a non credergli, ora non riesco ad ascoltarlo: le sue parole sono un rumore, non il veicolo di un messaggio. Quando parla delle sue riforme, dei progressi dell’Italia, del roseo futuro che ci annuncia un giorno sì e l’altro pure, ho la sensazione di qualcuno che mi racconta per l’ennesima volta la favola di Cenerentola. Avrei tanta voglia di dirgli che me l’ha già raccontata più volte, e che per giunta la conoscevo da sempre. Come se non bastasse, la mia naturale allergia verso chi commette il peccato di eccessi – quello che i greci chiamavano hybris – è così forte, che mi scopro a desiderare che Renzi vada a sbattere, che sia smentito dai fatti, che questo “cugino Gastone” fallisca e sparisca.
Ed è a questo punto che mi rendo conto d’avere esagerato e mi chiedo se e in quale misura sia stato ingiusto. Renzi ha riformato o non ha riformato il lavoro? Sono modificazioni cosmetiche o sostanziali? C’è un aumento dell’occupazione, come sostiene lui, o è una presa in giro, per esempio considerando “nuovi occupati” quelli cui è stato cambiato il tipo di contratto? L’art.18 è stato abolito o no? Ogni tanto le statistiche ufficiali sembrano dargli ragione, in altri momenti ci dicono che tutto va come prima, quando non peggio, per esempio in materia di debito pubblico. A volte ci si dice che è stata riformata la Pubblica Amministrazione ed io rimango stupito: veramente?
E com’è che non me ne sono accorto? Non so se ci siano reali differenze, rispetto a prima, o se sia soltanto cambiata la marca della carta igienica negli uffici. Nella scuola può darsi si sia fatta un’ottima riforma, come dice Renzi, una pessima riforma, come dicono i professori, o anche nessuna vera riforma. Renzi riesce a confondere le idee anche riguardo al futuro. Ha detto e ripetuto che avrebbe abolito le imposte sulla casa, e pare che effettivamente lo farà, a partire dal 2016, ma nessuno ha capito con quale copertura. Forse essa è costituita dalle parole: “Speriamo che i soldi arrivino”. Tanto che Bruxelles potrebbe anche bocciare la nostra bella “Legge di stabilità”. Insomma una seppia mitologica ha scaricato sull’Italia un oceano d’inchiostro e brancoliamo tutti nel buio. A meno che gli altri abbiano il radar o la vista agli infrarossi, e Renzi sia riuscito a rendere soltanto me incapace di distinguere la verità dalla menzogna. Cerco d’informarmi ma non so quali siano i fatti e dei pochi che identifico non conosco le cause.
A sentire Renzi, se il sole sorge è merito suo, ma sarebbe bello sapere quale influenza abbia avuto il suo governo, per l’economia del Paese, e quale influenza abbiano avuto la congiuntura internazionale, il basso prezzo del petrolio, il quantitative easing di Mario Draghi e l’ottimismo (incomprensibile) delle borse. Su Berlusconi si abbatteva ogni sorta di disgrazia – tanto che qualcuno arrivò a dire che portava iella – e tutti gliene davano il torto. Non è che per caso lo stesso pregiudizio, in direzione opposta, ora dia al governo il merito di un periodo fortunato? Fra l’altro non si può non notare che i giornali e i media sono smaccatamente “renziani”, forse echeggiando le speranze della gente. E ciò riduce ulteriormente la già magra credibilità del Premier. Alla fine, per avere la verità, uno non sa più a chi rivolgersi.
Le poche fonti anti-renziane sono esse stesse poco affidabili, sia perché partigiane, sia perché mancano i riscontri obiettivi. Non rimane che augurarsi la longevità. Un giorno sapremo se abbiamo avuto al governo un giovane condottiero che ha salvato l’Italia dal disastro, o un imbonitore inconcludente e bugiardo che soltanto un popolo d’allocchi poteva prendere sul serio.
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