Renzi a gamba tesa sui debiti del CorSera. Così il rottamatore terremota il salotto
di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
Sull'operazione Rcs-Mondadori "capisco le preoccupazioni del ministro Franceschini. Ma io non mi preoccupo di Mondadori, mi preoccupo di Rcs-Corriere della Sera il cui valore è stato distrutto da scelte discutibili". Ad Antonello Perricone, ex amministratore delegato di Rcs autore dell'azzardata campagna acquisti spagnola con cui il gruppo Rizzoli ha acquistato nel 2007 il gruppo Recoletos, saranno fischiate le orecchie dopo la stoccata che il presidente del Consiglio Matteo Renzi (intervista all'Espresso) ha sferrato al vecchio management della società che edita il CorSera.
A Perricone, ma anche al vecchio gruppo di azionisti di Via Rizzoli capitanati da Luca Cordero di Montezemolo, visto che pare che sia stato l'ex presidente della Fiat a spingere per l'operazione che è stata la causa fondamentale dell’indebitamento del gruppo, pari fino a poco prima della cura Jovane, fatta di pesanti svendite, a quasi 900 milioni di euro e ora di circa 500 milioni (nuovamente in aumento rispetto ai 474,3 milioni di fine 2013).
E' però abbastanza inusuale che il rottamatore per eccellenza recuperi il vecchio vizietto della politica di guardare con interesse e di intervenire a gamba tesa con qualche dichiarazione nella vita dell'ex salotto dei salotti e cioè l'azionariato di Via Solferino. Troppo forte la tentazione di dire la propria e di incidere nei destini del quotidiano più letto in Italia che sta per cambiare anche la direzione dopo il lungo regno di Ferruccio de Bortoli?
Renzi è entrato proprio nel merito della gestione di un gruppo editriale che ancora oggi fatica a risalire la china. Gruppo che ha messo in cantiere un aumento di capitale di 200 milioni (opzione da esercitare entro giugno) e che sta decidendo se accettare l'offerta di Mondadori, azienda controllata dalla famiglia Berlusconi, per la vendita di Rcs Libri. Comunque un asset importante ma la cui vendita, com'è accaduto per il palazzo storico che ospita la sede del Corsera, verrebbe sacrificato sull'altare della ferrea logia della sostenibilità finanziaria del business. Il rottamatore ha già dismesso i panni dell'enfant prodige che vuole rivoluzionare la vecchia politica italiana e si sta ammalando di potere? Che c'azzecca il più giovane presidente del Consiglio della storia repubblicana con le dinamiche trite e ritrite del vecchio salotto Rcs e delle convergenze fra le diverse anime dei poteri forti? Renzi è diventato già vecchio politicamente prima di invecchiare?