Risparmio, Napolitano: "Le banche facciano credito"
"I primi e incerti segnali di ripresa devono indurre a rafforzare tutte le azioni di sostegno all'economia, in uno sforzo generale al quale non puo' mancare l'apporto del sistema bancario e finanziario". E' quanto afferma il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel messaggio inviato in occasione della 89esima giornata mondiale del risparmio.
Per Napolitano, il contributo delle banche deve "partire da un'adeguata espansione dei finanziamenti alle imprese, in particolare piccole e medie, in un piu' solido quadro di stabilita' del sistema finanziario e di efficace tutela dei risparmiatori".
La metà delle imprese ha superato la fase più acuta della crisi economica, ha spiegato poi il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, nel suo intervento. Il filo tra mondo del credito e universo produttivo è stato richiamato anche dal numero uno di Bankitalia, che ha chiesto un maggiore collaborazione tra banche e imprese. In particolare, evidenzia Visco, le imprese "hanno una leva finanziaria elevata nel confronto internazionale". E "l'attuale congiuntura deve spingere banche e imprese a superare questa situazione". Il governatore ha rivendicato il lavoro fatto dalle banche, che hanno "retto alla doppia recessione" e ha spiegato che "sono oggi infondate le necessità di ricapitalizzazione". Pur non vedendole come causa della crisi, Visco ha parlato di "negligenze" nelle banche e di loro "ritardi". Tra gli inviti rivolti agli istituti, lo stop ai dividendi e il via alle cessioni per eventuali rafforzamenti patrimoniali. Fari puntati anche sulla remunerazione dei dirigenti, da tenere entro limiti più bassi. Sull'andamento economico, Visco ha parlato di una crescita moderata del quarto trimestre, ma "le incertezze restano elevate".
Dopo il governatore, è intervenuto il ministro dell'Economia, che ha ricordato le stime aggiornate sulla dinamica economica: la crescita del Pil "si porterà su livelli ancora superiori (al +1,1% del 2014) a partire dal 2015, prefigurando una graduale chiusura dell'output gap, e raggiungerebbe circa il 2% nel 2017". Il responsabile delle Finanze ha ricordato che "usciamo da una fase molto difficile", motivo per cui "serve prudenza". Sui conti pubblici, ribadendo quanto detto in Senato nell'audizione sulla Stabilità, ha ricordato che l'obiettivo di un deficit sotto il 3% del Pil è il minimo, ma nel medio periodo il vero traguardo è il pareggio di bilancio. Ricordando quanto prevede la Legge di Stabilità, il ministro ha sottolineato come preveda sgravi fiscali da 16,5 miliardi in tre anni.