Siria, G7:"No soluzione con Assad al potere".Tillerson: "Regime vicino a fine" - Affaritaliani.it

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Siria, G7:"No soluzione con Assad al potere".Tillerson: "Regime vicino a fine"

Il ministro degli Esteri Angelino Alfano: in Siria il processo deve essere politico e non militare

Non c'e' alcuna minaccia a Vladimir Putin: i toni duri sono riservati a Bashar Assad, che non viene nemmeno nominato nel documento conclusivo. Ma una sostanziale divergenza di idee su come affrontare la crisi siriana emerge dai lavori di questo vertice dei ministro degli esteri che si svolge in un'atmosfera di tranquillita' quasi surreale a Lucca. Finisce che Angelino Alfano, che parla da padrone di casa a nome di tutti, esclude nuove sanzioni, rivendica il successo politico della riunione e definisce un errore mettere all'angolo il Cremlino, dove oggi si trova in visita ufficiale il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella,

In un'altra stanza, intanto, il segretario di Stato Americano Rex Tillerson si prepara a lasciare Lucca per Mosca, e avverte che per i suoi prossimi interlocutori e' giunto il momento delle scelte: o noi o Assad. Non il miglior viatico per gli imminenti colloqui. Dove Washington e il resto del G7 parlano la stessa lingua e' nel momento in cui chiedono a Putin di esercitare tutte le pressioni possibili sul suo alleato prediletto in Medioriente che oggi siede sul banco degli accusati a causa delle bombe chimiche di una settimana fa.

"Se la Russia e' pronta a usare la propria influenza" per raggiungere una soluzione pacifica e condivisa della crisi in Siria, "noi saremo pronti a collaborare per la soluzione del conflitto nella ricerca di un accordo politico e a contribuire ai costi della stabilizzazione e della ricostruzione", promettono i Sette tutti insieme, "Chiediamo con forza alla Russia di farsi promotrice di un processo politico reale e genuino, in concordanza con la risoluzione 2254 delle Nazioni Unite". E spiegano, a scanso di equivoci: l'attacco americano di alcuni giorni fa "e' stata una risposta calibrata, limitata ed accurata ad un crimine di guerra".

L'azione "e' stata diretta contro obiettivi militari siriani direttamente collegati all'attacco chimico del 4 aprile, con lo scopo di impedire e prevenire la proliferazione e l'uso di letali armi chimiche" nel paese mediorientale. Insomma, la teoria della bomba piovuta su una fabbrica non e' presa nemmeno in considerazione. Assad ha commesso un crimine, e Mosca non lo difenda contro l'evidenza. Detto questo, Alfano spiega che "Non esiste una soluzione puramente militare" alla crisi siriana, e che "la Russia puo' svolgere un ruolo fondamentale anche in una dinamica negoziale". Rex Tillerson "potra' andare a Mosca" con una posizione che e' "emersa anche dal documento finale di oggi".    

Una posizione che, a suo dire, rafforzera' addirittura il suo potere contrattuale. "Abbiamo lavorato per la pace, per evitare di fare la guerra", sottolinea il ministro degli esteri, "tutti vogliamo lavorare per una soluzione politica" che si basi su due pilastri: l'introduzione di una Costituzione e lo svolgimenti di libere elezioni. Un consenso "significativamente unito" che la mattina ha potuto registrare invitando a Lucca i suoi omologhi di Turchia, Oman, Qatar, Giordania e Arabia Saudita. Invito raccolto per il piacere dell'ospite, che ieri ha avuto una telefonata con il ministro iraniano. La Russia "nei limiti del possibile va coinvolta nel processo di transizione della Siria" per consentire "un cessate il fuoco durevole e effettivo" , dice soddisfatto quando saluta gli ospiti mediorientali.

Intanto gli sherpa lavorano ad un comunicato finale congiunto che recita: "Il G7 esprime grande preoccupazione e chiede a tutte le parti, in particolare al regime siriano ed ai suoi sostenitori, inclusi Russia ed Iran, di permettere un'assistenza sanitaria adeguata e libera alle popolazioni in difficolta'". Boris Johnson ha gia' fatto sapere che, per quanto riguarda la Russia, il suo e' un parere dissenziente. Tillerson fara' le sue mosse direttamente al Cremlino.