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Economia
Superbonus, ecco come uscire dall'impasse: “Compensare i crediti con gli F24"

Si parla di “maretta” Renzi-Calenda. Siamo già alla rottura o serve fare un tagliando all’alleanza?

Nessuna maretta, nessuna rottura. È semplicemente in corso una riflessione sull’esatta tempistica del nostro progetto di costruzione di un partito riformista e liberal-democratico. Una riflessione a cui io ho cercato di contribuire ponendo l’accento sul “cosa” e sul “come”, piuttosto che esclusivamente sul “quando”.  Ma non penso ci sia nulla di mare nel discutere alla luce del sole sui passi che ci attendono e sui modi e i tempi in cui li realizzeremo. 

La procedura d’infrazione dell’Ue sul RdC dimostra che c’è stata una gestione errata di un tema comunque importante o che era proprio sbagliato il tema stesso?

La procedura d’infrazione è relativa al requisito di essere residenti in Italia da almeno 10 anni (una condizione che ad esempio non valeva nel successivo Reddito di Emergenza, durante il Covid). Per il diritto della UE, questa condizione è discriminatoria. Ma il problema del reddito di cittadinanza va molto oltre questo specifico aspetto, come noi abbiamo sempre detto. E siamo stati anche gli unici a presentare una proposta completa di sostituzione di questo strumento con altri più equi e più efficienti.

Giorgia Meloni ha annunciato a breve un provvedimento per razionalizzare il fisco: che cosa si attende? Ci saranno provvedimenti su cui si può immaginare una “grosse koalition”?

Fratelli d’Italia – assieme a Lega e Forza Italia – ha nel settembre scorso impedito l’approvazione definitiva della riforma fiscale alla quale, tutti insieme, avevamo lavorato nella scorsa legislatura. La motivazione essenzialmente era che volevano realizzarla loro. Bene, lo facciano. Se, come annunciato, ricalcherà il lavoro svolto dalle commissioni finanze nella scorsa legislatura, non sarà un problema aprire un dialogo costruttivo. L’obiettivo non è appuntare una medaglietta su questo o su quel petto, ma dare agli italiani un fisco strutturalmente nuovo, dopo più di mezzo secolo.

Il rapporto con il Pd può essere recuperato a livello nazionale o ci si limiterà ad alleanze territoriali?

Quando si dice Pd non si capisce se si intende un partito riformista (Gori, Nannicini, o tanti altri di impostazione liberale e riformista) o un partito che scatta sull’attenti ogni volta che la Cgil parla. Oppure, un partito che si illuda di poter tenere insieme queste due anime radicalmente e strutturalmente diverse. Se chiede a me, il Pd va trattato con rispetto come tutti gli altri avversari politici. Ma personalmente non mi interessa nessun tipo di rapporto politico.

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