Economia

Superbonus, "imprese in ginocchio. Truffe? Mai viste tante irregolarità"

di Lorenzo Goj

Il governo cambia ancora una volta le carte in tavola del Superbonus. L'intervista al vice-presidente dell'Aepi, Celestino Bottoni

Superbonus, "Truffe? Mai visto tante irregolarità"

È ufficiale: le rate per ottenere le detrazioni fiscali maturate grazie agli interventi effettuati dal 2024 con i bonus edilizi passano da 4 a 10 anni. In soldoni, significa che ci vorranno sei anni in più per ottenere il rimborso di quanto speso per la riqualificazione energetica di un'abitazione o un edificio. Ma che impatto avrà questa (ennesima) modifica sulle imprese? A spiegarlo ad Affaritaliani.it è il vice-presidente della Confederazione delle Associazioni europee di professionisti e imprese (Aepi), nonché coordinatore di Aepi professioni, Celestino Bottoni

Come incide sulle imprese il nuovo spalma-crediti del Superbonus?

Sballottate tra poste, banche e altri contratti, gli imprenditori non stanno capendo più nulla a riguardo. L’impatto è indubbiamente negativo, in quanto regna una situazione anormale e di non chiarezza.

Le aziende non possono programmare progetti perché sono all’ennesima riprogrammazione dei propri crediti. Rivedere nuovamente la normazione costringe a dover rivedere i contratti, anche quelli già avviati. Le norme non dovrebbero mai essere retroattive.

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Quali sono le principali criticità?

La storia è lunga. In passato, c'era una forte domanda di attività e costruzioni, ma mancavano sia manodopera qualificata che materie prime. Questo creava un problema perché non c'era una risposta immediata alla domanda del mercato.

Successivamente, si è creata l'illusione di una "bolla" in cui sembrava che tutto potesse essere ottenuto facilmente. I committenti erano disposti a pagare di più e questo stimolava ulteriormente la domanda, anche se in realtà non c'era una base solida per sostenere tale domanda.

Al contrario, oggi c'è una contrazione totale della domanda, o almeno una richiesta di chiudere le attività nel breve periodo. Questo passaggio dal boom alla recessione ha messo molte imprese in ginocchio. Da un eccesso all’altro, insomma.

Come hanno inciso, invece, i continui cambi di norme sulla cessione del credito?

Il governo per queste operazioni deve essere bipartisan, non possono essere messi di mezzo anche i colori politici. Non è possibile decidere di fare sia la cessione del credito che lo sconto in fattura per poi cambiare tutto quando cambia anche il governo. Le norme iniziali sono state stravolte sei o sette volte.

Questo ha portato al fatto che, oggi, le nostre imprese sono meno incentivate ad avviare le operazioni, oltre al fatto che in questo momento regni un clima di generale malcontento. Non solo. Questo malcontento è anche riflesso nei bilanci delle imprese, con il credito che rimane impantanato e gli interessi passivi che diventano sempre più difficili da gestire. La gente non ce la fai più!

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Tempo fa la vostra confederazione si lamentò riguardo truffe relative a fatture di lavori in realtà mai eseguiti…

È vero. Sono state autorizzate operazioni anche su immobili totalmente inesistenti. Se il provvedimento per ottenere il Superbonus 110% fosse stato approvato dai Comuni e questi avessero verificato direttamente i dati catastali, ci sarebbe stata una maggiore sicurezza nell'evitare truffe.

Sarebbe bastato proprio un minimo per evitare le irregolarità, tra un controllo della polizia municipale o di un geometra, appunto, del comune. I crediti lo Stato li ha sempre dati, ma non si erano mai viste così tante truffe come con questo provvedimento.