Economia
Tassi, Bce: saliranno in misura rilevante. E le Borse europee chiudono deboli

Isabel Schnabel: evitare errori anni '70 su inflazione. Goldman Sachs: in arrivo un inasprimento significativo
Bce: Schnabel, i tassi devono salire in misura rilevante
I tassi d'interesse nell'area euro devono ancora salire "significativamente" portando le condizioni finanziarie verso livelli restrittivi, perché "l'inflazione non scenderà da sola". Lo ha detto Isabel Schnabel, del Comitato esecutivo della Bce, durante un simposio a Stoccolma organizzato dalla Sveriges RIksbank.
Bce: Schnabel, evitare errori anni '70 su inflazione
"L'esperienza degli anni '70 mostra che una politica erroneamente calibrata sul presupposto che l'inflazione diminuirà da sola potrebbe alla fine mettere a rischio la transizione verde”, ha affermato Schnabel. "In questo caso, la politica monetaria dovrebbe aumentare i tassi di interesse in modo ancora più energico - ha aggiunto - per ripristinare la fiducia nell'ancora nominale dell'economia. Negli anni '70, le condizioni di finanziamento si sono irrigidite a tal punto da rendere l'accumulazione di capitale proibitivamente costosa". L'economista ricorda: "La nostra politica attuale e' calibrata per evitare tali pessimi risultati. Una reazione determinata al rischio che l'inflazione possa radicarsi non solo salvaguarda la stabilita' dei prezzi, ma fornisce anche le condizioni in cui la transizione verde puo' prosperare in modo sostenibile".
Bce: Goldman Sachs, in arrivo inasprimento significativo tassi
L'inflazione nell'Eurozona "ha superato il picco e, in seguito al forte calo dei prezzi all'ingrosso dell'energia, prevediamo che l'inflazione complessiva dell'area dell'euro finisca l'anno intorno al 3,5% (rispetto al precedente 4,5%). Prevediamo inoltre che l'inflazione di fondo rallenti a causa del raffreddamento dei prezzi dei beni, ma vediamo una continua pressione al rialzo sull'inflazione dei servizi dovuta all'aumento del costo del lavoro. Prevediamo quindi una graduale riduzione dell'inflazione di fondo al 3,3% entro la fine dell'anno".
A rilevarlo è Sven Jari Stehn, economista di Goldman Sachs, nella prima edizione dell'anno dello European Economics Analyst della banca. "Data la maggiore resistenza dell'attività, l'inflazione di fondo stabile e i commenti da falco - osserva Stehn -, prevediamo che nei prossimi mesi la Bce procederà a un inasprimento significativo. Riteniamo molto probabili aumenti di 50 punti base sia a febbraio che a marzo, prima di rallentare a 25 punti base per un tasso finale del 3,25% a maggio. Le prospettive di crescita più solide rafforzano la nostra opinione secondo cui è improbabile che la Bce tagli subito dopo e non vediamo il primo taglio prima del quarto trimestre del 2024".
Riguardo ai mercati del lavoro, Stehn spiega che "sono rimasti solidi e ci aspettiamo solo un piccolo aumento del tasso di disoccupazione a livello di area durante i mesi invernali. Considerati i solidi indicatori di crescita dei salari, i recenti accordi sindacali e gli effetti di recupero dell'elevata inflazione complessiva, ci aspettiamo che la crescita dei salari nell'area acceleri notevolmente dal 3,6% del terzo trimestre a quasi il 5% del primo trimestre".
Borse europee: chiudono deboli dopo Powell
Le Borse europee chiudono deboli dopo le parole del presidente della Fed Jerome Powell. Powell, in occasione dell'International Symposium organizzato dalla Riksbank, non ha fatto riferimento ai tassi ma ha sottolineato che l'indipendenza della Fed dall'influenza politica e' fondamentale per la sua capacità di combattere l'inflazione. Inoltre ha spiegato che i benefici derivanti dalla stabilita' dei prezzi sono enormi anche se le scelte possono risultare "non popolari".
Anche Isabel Schnabel, membro del comitato esecutivo della Bce, parlando allo stesso seminario, ha osservato che "per risolvere l'attuale problema dell'inflazione le condizioni di finanziamento dovranno diventare restrittive" in modo da rallentare "la crescita della domanda aggregata, necessaria per ridurre la pressione al rialzo sui prezzi che e' derivata dai danni duraturi alla capacita' produttiva dell'area dell'euro causati dalla crisi energetica". L'indice Ftse 100 termina la seduta in calo dello 0,40% a 7.693,70 punti, a Francoforte il Dax cede lo 0,15% a 14.770,45 punti e a Parigi il Cac40 arretra dello 0,55% a 6.869,14 punti. A Milano il Ftse Mib lascia sul terreno lo 0,08% a 25.364 punti.