Acciaierie di Terni, salta l’accordo. Partono le lettere di licenziamento
Termina senza accordo la trattativa sul piano industriale delle acciaierie Ast di Terni tra azienda e sindacati, con la mediazione del Governo e alla presenza delle istituzioni umbre.
La Uilm, insieme agli altri sindacati, ha ritenuto "insufficiente" la proposta di mediazione avanzata ieri sera dal Governo. Lo riferisce il segretario nazionale della Uilm Mario Ghini. "Nel testo proposto dal Governo - sottolinea - non sono state accolte le richieste delle organizzazioni sindacali, in particolare sul costo del lavoro e sul numero degli esuberi. Inaccettabile la clausola che prevede gia' da da ora il licenziamento dell'eventuale residuo esubero dopo i 24 mesi di Cigs. Anche sui volumi ed investimenti si e' continuato a far riferimento al piano del 17 luglio che lo stesso Governo aveva ritenuto non condivisibile". Il governo - conclude Ghini - ha chiesto alla proprieta' dello stabilimento di Terni di attendere prima di compiere atti unilaterali.
La situazione, esplosa nella notte al minisero dello Sviluppo, chiama in causa anche il premier Matteo Renzi: "Sono molto preoccupato", ammette arrivando alla riunione della segreteria del Pd. "La proposta di mediazione del governo non è stata accolta, le parti sono ancora troppo lontane. Ci sono tre mesi davanti di discussione, cercheremo la ragionevolezza. Continuiamo a lavorarci con Delrio e Guidi".
Da questa mattina sono previste assemblee nello stabilimento siderurgico di Terni per illustrare la situazione ai lavoratori. Il governo ha chiesto alla proprietà dello stabilimento di Terni di attendere prima di compiere atti unilaterali. "Non scegliamo noi di riaprire lo scontro: lo ha fatto l'azienda", dice il segretraio nazionale della Fim Cisl, Marco Bentivogli. "Ci aspettiamo che oggi stesso l'azienda invii la lettera per la procedura di mobilità dei lavoratori, nonostante anche il governo abbia chiesto di non farlo. Per questo sto andando a Terni per incontrare i lavoratori in assemblea".