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Economia
Tim resiste al sell-off di Borsa. Esce il Ceo Gubitosi? Kkr non molla
IPA

Alle 15 al via il Cda con lo  showdown finale sull'amministratore delegato di Tim

Con Luigi Gubitosi con un piede sull’uscio e mentre, secondo alcuni rumors, Kkr starebbe valutando di collaborare con Cvc Capital Partners da coinvolgere nell’operazione Tim, i movimenti attorno alla compagnia telefonica mettono al riparo il titolo Tim dal sell-off borsistico odierno dovuto al timore generalizzato degli investitori sul fatto che la nuova variante sudafricana del Covid-19 possa essere più contagiosa della Delta e più resistente ai vaccini e possa infliggere un duro colpo alla ripresa globale ancora fragile.

Dopo un’apertura negativa, come tutti i titoli ciclici, le azioni Tim infatti hanno limitato le vendite e al giro di boa viaggiano in territorio ampiamente positivo, guadagnando oltre l’1% a 0,489 euro e restando a un soffio dal prezzo d’Opa di Kkr (0,505 euro). Nel giorno della riunione del board di Tim che, tra i vari punti, esaminerà anche la proposta di Kkr, fonti vicine al fondo statunitense fanno sapere all’agenzia Radiocor che il gruppo che gestisce 430 miliardi resta "concentrato solo e totalmente sull'offerta presentata al board" di Tim per il 100% del gruppo.

Ieri sono circolate voci, riportate da agenzie internazionali, su un possibile coinvolgimento del fondo Cvc nella proposta di Kkr. Da Cvc nessun commento. Un ragionamento tra i due fondi, secondo una fonte vicina al dossier, ci sarebbe stato prima della presentazione dell'offerta. Stando ai fatti, al momento Kkr ha presentato da solo la manifestazione di interesse inviata all'azienda italiana dove ha indicato un prezzo di 0,505 euro ad azione, valutando la società circa 10,8 miliardi di euro, prezzo reputato dal primo socio Vivendi, che ha detto di voler tenere la sua quota, insufficiente.

Ieri il collegio sindacale di Tim, a maggioranza, ha rilevato lo scostamento di alcune centinaia di milioni di euro nei ricavi un tema che sarà affrontato assieme all’offerta degli americani (i consiglieri non si sono ancora espressi) e a quello della governance dal Cda straordinario chiesto la scorsa settimana da due terzi dell’organo.

Gli occhi sono puntati ora sulle comunicazioni al mercato al termine della riunione fissata in agenda, riunione e dossier su cui la Consob ha acceso un faro. Cvc, fondo anglo-americano con circa 75 miliardi di dollari di asset gestiti nel 2019, ha completato lo scorso anno una raccolta di 21,3 miliardi di euro per il suo ultimo fondo di punta e tra i suoi precedenti investimenti in Italia ci sono la società di servizi finanziari Cerved e la casa farmaceutica Recordati. Già da diversi mesi il fondo starebbe studiando una possibile acquisizione di Tim.

Dopo che secondo indiscrezioni la riunione di ieri del comitato controllo e rischi e del collegio sindacale (in cui 3 membri su 5 sono di nomina Vivendi) avrebbe evidenziato un gap tra i risultati aziendali e le attese del management nell’ordine di 250-300 milioni tali da compromettere l’andamento del business anche nel quarto trimestre del’anno, la guida di Gubitosi, che ieri in una lettera al board si è detto pronto a rimettere le deleghe, pare definitivamente compromessa.

Vivendi, che già aveva sottolineato come la gestione dell’ex Wind fosse “a termine” e che lo stesso Gubitosi ieri ha attaccato per la posizione assunta in consiglio di fronte all’offerta degli americani, spinge per la successione interna del Ceo di Tim Brasil Pietro Labriola, ma non è escluso che visto il delicato momento societario l’interim possa andare al presidente Salvatore Rossi. L’uscita di Gubitosi non impatterebbe sulla determinazione di Kkr a proseguire l'azione.

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