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Economia
Ubi, Massiah lascia la banca con utili boom. Poteri al vice dg Elvio Sonnino

Victor Massiah mette a segno un aumento dei profitti di 184,3 milioni (+38,1%) nel primo semestre dell’anno, l’annus horribilis dell’epidemia Covid e lascia Ubi su cui Intesa-Sanpaolo ha appena messo le mani.  "Annuncio che lascerò la societa' questa sera”. Al termine della conference call con gli analisti il ceo della banca bresciano-bergamasca ha rassegnato le dimissioni con "decorrenza immediata”, motivate dalla "radicale modifica della compagine azionaria della banca”.

“Approfitto di questa occasione - ha aggiunto Massiah - per dare un abbraccio e dire un arrivederci a tutti gli analisti che ci hanno seguito nel corso di questi anni durante le conference call di Ubi Banca". "Per me è stato un onore - ha concluso - ed un piacere interagire sia durante le conference call e sia durante gli incontri one to one". I poteri sono stati attribuiti temporaneamente a Elvio Sonnino, vice direttore generale vicario.

Ubi Banca ha realizzato nel primo semestre dell'anno un utile netto di 184,3 milioni, in aumento del 38,1% rispetto ai 133,4 milioni del primo semestre 2019. I proventi operativi - spiega una nota ammontano a 1,796 mld, con un calo contenuto dell'1,8% rispetto al primo semestre 2019 nonostante l'impatto del lockdown per Covid-19. Il margine d'interesse cala a 803,4 milioni (-9,3%). Al netto degli effetti dell'Ifrs 9 (scesi a +17,2 milioni nel primo semestre 2020 rispetto a +56,2 milioni nel primo semestre 2019 essenzialmente per effetto della significativa riduzione dello stock di crediti deteriorati), il margine d'interesse riduce la flessione al 5,3%. Sostenuto l'andamento delle commissioni nette a 823,7 milioni (+1,3%).

Gli oneri operativi ammontano a 1.178,7 milioni (-0,8%) nonostante l'inclusione di maggiori spese amministrative (circa 37 milioni) in relazione al Covid-19 e all'Opas di Intesa Sanpaolo. Il costo del credito e' annualizzato a 79 bps rispetto ai 783 del primo semestre 2019, che comprendevano circa 13 bps relativi alle cessioni massive effettuate nel 2019. L'utile al netto delle poste non ricorrenti inclusi gli effetti del lockdown, si attesta a 176,1 milioni, sostanzialmente stabile rispetto ai 185,8 milioni del primo semestre 2019.

Lo stock dei crediti deteriorati totali lordi al 30 giugno si e' attestato a 6.568,6 milioni in diminuzione dell'1,6% (o 104,6 milioni) rispetto al 31 marzo (e in contrazione del 3,9% o 269,8 milioni nel confronto con dicembre 2019). Il ratio di crediti deteriorati lordi e' sceso ulteriormente al 7,48% (7,51% a marzo 2020 e 7,80% a dicembre 2019) e a circa il 6,6% pro-forma se si tiene conto della cessione, attualmente in corso di lavorazione, di circa 800 milioni di esposizioni a piccole e medie imprese classificate in sofferenza.

Al 30 giugno, la raccolta diretta bancaria del gruppo ammonta a 98,6 miliardi, in crescita rispetto ai 94 del 31 marzo 2020 e ai 95,5 di inizio anno. In relazione all'esposizione del gruppo verso la Bce a titolo di Tltro, con valuta 24 giugno 2020 sono stati effettuati rimborsi di Tltro2 per complessivi 10 miliardi (scadenza di una tranche da 7,5 miliardi di euro e rimborso anticipato di 2,5 miliardi con scadenza finale marzo 2021). Sempre a fine giugno 2020, il Cet 1 Ratio di gruppo si attesta al 13,41% fully loaded (12,86% a marzo 2020 e 12,29% di fine 2019); i principali benefici rilevati nel secondo trimestre 2019 sono riconducibili alla modifica delle disposizioni CRR2 (+34 bps derivanti tra l'altro dal credit supporting factor) e alle riserve di valutazione OCI (+14 bps).

Il ratio include l'utile di periodo al netto pro quota di un'ipotesi di dividendo di 20 centesimi di euro per azione per l'esercizio 2020. Il Tier 1 ratio ammonta al 14,12% fully loaded (era il 13,54% al 31 marzo 2020). L'utile netto nel secondo trimestre dell'anno ammonta a 90,7 milioni, in linea con i 93,6 del primo trimestre 2020 nonostante l'impatto del lockdown per il Covid-19 sui ricavi e maggiori rettifiche su crediti. I proventi operativi - spiega una nota - sono in riduzione del 3,5% a 882 milioni. Esclusi gli effetti dell'Ifrs9 (+6 milioni nel secondo trimestre 2020 rispetto ai +11,3 milioni nel primo trimestre). Il margine d'interesse risulta sostanzialmente in linea rispetto al primo trimestre 2020 e pari a 392,3 milioni.

Includendo gli effetti dell'Ifrs9, il margine d'interesse si attesta a 398,3 milioni rispetto ai 405,2 del primo trimestre 2020. Le commissioni nette sono superiori al margine d'interesse, e pari a 403,3 milioni nonostante l'impatto del lockdown (420,5 milioni del primo trimestre 2020). Il risultato della finanza ammonta a 41,6 milioni (53,6 nel primo trimestre 2020).

Gli oneri operativi si attestano a 585,2 milioni, -1,4% rispetto ai 593,6 del primo trimestre 2020, nonostante l'inclusione di circa 31 milioni relativi a maggiori costi Covid-19 e legati all'Opas di Intesa. Il costo del credito a 85 punti base annualizzati con un incremento di circa 1 punto percentuale nelle coperture di tutte le categorie di crediti deteriorati; la copertura dei crediti performing cresce ulteriormente allo 0,58%. L'utile al netto delle poste non ricorrenti, inclusi gli effetti del lockdown, si attesta a 76,7 milioni, rispetto a 99,3 milioni del primo trimestre 2020. La dotazione di capitale, la solida posizione di liquidita' e la qualita' degli attivi del Gruppo Ubi, oltre all'elevata professionalita' e dedizione del personale, si sono confermati fondamentali per affrontare con tranquillita' la crisi, assistere i territori e conseguire i risultati significativi riportati a conclusione del primo semestre 2020.

Nel secondo semestre, spiega una nota, la prevedibile evoluzione della gestione sara' influenzata dalle operazioni di carattere straordinario che Intesa Sanpaolo porra' in essere a seguito dell'esito positivo dell'Opas. Al momento il Cda non ha evidenza di dettaglio delle suddette operazioni (ad esempio la cessione del ramo sportelli a Bper), della relativa tempistica e dei conseguenti impatti economico-patrimoniali. Per la seconda parte dell'anno, in assenza delle citate operazioni straordinarie e di una nuova emergenza Covid-19, si prevede la buona tenuta dei ricavi "core" (margine di interesse e commissioni nette) e il proseguire dell'attento controllo dei costi.

La dinamica del costo del credito sara' influenzata dal completamento della cessione massiva di sofferenze Sme, peraltro gia' in gran parte spesata nel 2019, e dallo scadere, se non prorogate, delle moratorie concesse per aiutare la tenuta di famiglie e imprese, i cui possibili impatti verranno parzialmente mitigati dall'utilizzo in corso degli strumenti di sostegno offerti dai recenti provvedimenti legislativi. Complessivamente si prevede un utile netto positivo in grado di supportare dividendi in linea con le previsioni del Piano industriale 2022 aggiornato. 

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