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Economia
UBI, nel Piano utile previsto a 665 mln. Focus su digitale e sostenibilità

Vitor Massiah, CEO di UBI Banca , ha oggi presentato il Piano Industriale 2020-2022 del Gruppo, che punta alla trasformazione digitale e alla sostenibilità con un utile previsto a 665 milioni. Annunciati inoltre 2.030 esuberi e la chiusura di 175 filiali.

Victor Massiah, Chief Executive Officer del Gruppo, ha dichiarato: “Il Piano Industriale 2022 parte da basi solide, costruite con la partecipazione e l’impegno di tutte le Persone di UBI. I risultati del 2019 infatti sono stati decisamente positivi. Le misure prese in corso d’anno hanno consentito il raggiungimento di un ratio di crediti deteriorati lordi del 7,8% (6,9% pro-forma), prossimo ai migliori del sistema. La Banca presenta a fine 2019 una struttura di bilancio equilibrata, forte liquidità, e livelli di capitale in crescita”. 

"Miglioreranno, e in alcuni casi verranno trasformati, i modelli di servizio alla clientela in ambiente di omnicanalità, consentendo al cliente un utilizzo totalmente flessibile di tutti i canali fisici e remoti disponibili."

"Continueremo a mantenere il controllo sui costi, nonostante gli importanti investimenti previsti, a monitorare il rischio, con l’ulteriore riduzione dei crediti deteriorati grazie alla forza della nostra piattaforma interna di recupero, e a rafforzare i controlli. La Banca potrà contare sul mantenimento di indici patrimoniali e strutturali in grado di garantire la consueta solidità ma allo stesso tempo potrà far leva su significativi elementi di flessibilità".

"Grazie all’incremento della redditività complessiva, il Piano prevede un dividendo costantemente in crescita, coerente con il mantenimento di un CET1 a livelli di assoluta solidità". 

Massiah: “Grazie ai ricavi in leggera crescita, costi in ulteriore decrescita e costo del rischio radicalmente abbattuto: ritorno sul tangible equity del 8,3%.  Se i tassi vanno a zero avremo 100 milioni in più di utile.”

 

“Credo che la base di partenza dei risultatati del 2019 ci aiuti moltissimo: andiamo quasi a raddoppiare, in realtà partiamo da un 350 milioni di utile normalizzato, che include le componenti di cessione dei crediti che abbiamo fatto nel corso di questo anno. La componente più importante è la riduzione radicale del costo del credito: il fatto di aver abbattuto lo stock di crediti non performanti in maniera significativa e di atterrare al 5%, in linea con le richieste europee, nel 2022, permette di avere un contributo molto forte nella riduzione del costo del credito. Su questo si sommano ulteriori due componenti: una crescita apparentemente molto bassa dei proventi operativi, che in realtà vengono difesi in un contesto di tassi negativi per tutti e tre gli anni. Dal lato dei costi prevediamo una riduzione nonostante gli effetti del contratto collettivo nazionale del lavoro e un ulteriore incremento degli investimenti in tecnologia”.

“Nell’ultima riga della presentazione abbiamo evidenziato l’eventualità che i tassi vadano a zero, in quel caso avremo 100 milioni in più di utile”. 

Massiah: “Puntiamo su semplicità di governance. Fusioni? Bene se si creano le condizioni, ma il Piano dimostra che possiamo farcela da soli”

"Noi abbiamo posto le solite condizioni: creazione di valore e semplicità di governance. Se si creerano le condizioni per delle fusioni bene, ma speriamo di aver dimostrato con questo Piano che riusciamo a star bene anche da soli."

Massiah: “Sostenibilità, avremo un Chief Sustainable Officer”

"Alle tematiche di sostenibilità, già ampiamente presenti nel DNA ultracentenario della banca, verrà dedicata una struttura di primo livello che agirà in modo trasversale coinvolgendo in modo organico tutti gli ambiti del Gruppo"

“Parliamo di sostenibilità nel tempo perché siamo stati i primi ad emettere i social bond diversi anni fa, abbiamo emesso i green bond da tempo. Sono fattualità costruite negli anni e accentueremo questa nostra caratteristica: avremo un chief sustanaible officer, ovvero un responsabile alla sostenibilità al primo livello”

Massiah: “Trasformazione digitale dal volto umano. Sforzo in formazione e in ricerca di nuovi talenti"

“Il Piano che abbiamo elaborato si basa sulla trasformazione della Banca nell’ottica di un Gruppo che sa cavalcare le nuove tecnologie digitali grazie a una significativa componente di investimenti senza però rinunciare al fattore umano, ma anzi valorizzandolo con un forte impegno nella formazione. Abbiamo fatto dei focus group ed è emerso in maniera interessante che c’è una forte attenzione al digitale in tutte le fasci d’età, ma anche nei giovani c’è una richiesta di poter accedere comunque a una componente umana. Quindi una trasformazione digitale dal volto umano è un po' lo slogan di quello che vorremmo portare avanti. Andiamo ad aumentare del 25% la formazione interna e ci sarà uno sforzo notevole per poter riaddestrare le nostre risorse interne e anche per acquisire dal mercato ulteriori talenti: abbiamo oggi 315 persone in quella che chiamiamo la internet factory del Gruppo, verranno raddoppiate nel corso del triennio!” 

UBI Banca, Piano Industriale per il triennio 2020-2022, le linee di sviluppo e principali target 

Il Piano è stato sviluppato in ipotesi di scenario economico conservativo e si articola su tre pilastri di sviluppo, generatori di maggior redditività: la rigorosa attenzione alla selezione del credito e alla qualità dell’attivo, la trasformazione del business Retail grazie alla forte riduzione del cost to serve, abilitata dalla digitalizzazione e dall’ulteriore miglioramento del servizio (omnicanalità) accompagnato da un progetto di up/reskilling delle risorse, l’ulteriore rafforzamento del servizio ai clienti high end (premium, private, corporate, CIB) grazie a un’evoluzione delle piattaforme esistenti e a un forte investimento in formazione e specializzazione dei team, supportati da fattori abilitanti trasversali necessari al raggiungimento degli obiettivi:  il rafforzamento della capacità di analisi dati

, la ridefinizione della struttura organizzativa in funzione del supporto all’innovazione, la disponibilità di un assetto flessibile abilitante a gestire eventuali necessità di adeguamento della strategia in corso di Piano derivanti da significative variazioni del contesto esterno, la creazione di una struttura ad hoc destinata alla sostenibilità.

UBI Banca: Il Piano viene sviluppato in ipotesi di scenario prudenti, sia in termini di evoluzione del PIL che in termini di tassi di mercato.  

 

Piano Industriale 2020-2022 UBI Banca, 7 pillar strategici per il “dopo 2022”:

 Il Piano industriale consente il riposizionamento della Banca per migliorarne la competitività, ponendo 7 fondamenta : 

  • modello di servizio omnicanale focalizzato sul cliente
  • integrazione di advanced analytics e big data nei processi
  • valorizzazione del capitale umano, forza lavoro altamente formata e team “agile” diffusi
  • processi di risk management e di gestione del credito altamente efficienti
  • Piattaforma IT scalabile con migrazione in Cloud
  • conferma della solidità strutturale
  • sostenibilità quale elemento trasversale all’attività del Gruppo.

"Il triennio di Piano rappresenta in modo simbolico il lasciarsi alle spalle un decennio di crisi che la Banca peraltro ha affrontato con resilienza. Basandosi su un approccio conservativo per gli scenari futuri, la Banca è convinta di avere tutte le capacità di evolvere il proprio modello di business al servizio di azionisti, clienti, personale e del contesto ambientale in cui opera",  conclude Massiah. 

 

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