"Ue, 90 miliardi all’Ucraina? Gli asset russi erano un assist a Mosca. Putin sorpreso, per la prima volta Bruxelles fa debito comune" - Affaritaliani.it

Economia

Ultimo aggiornamento: 19:05

"Ue, 90 miliardi all’Ucraina? Gli asset russi erano un assist a Mosca. Putin sorpreso, per la prima volta Bruxelles fa debito comune"

Debito comune e no agli asset russi: l’Europa si compatta per Kiev, ma sarà sufficiente? Parla Giuliano Noci, prorettore del Politecnico di Milano

di Rosa Nasti

Debito comune per Kiev: Bruxelles evita l’asset-russo e manda un forte segnale a Putin

Il Consiglio Europeo ha deciso di garantire all’Ucraina un prestito da 90 miliardi di euro in due anni, finanziato con debito comune e senza attingere dai beni russi congelati. L’Europa ci mette i soldi, vero, ma soprattutto ci mette la faccia, manda un messaggio politico che pesa più della cifra e al tempo stesso sorprende Mosca, mettendo in campo un’Unione capace di indebitarsi insieme. Ma questi miliardi saranno davvero sufficienti ad aiutare Kiev? 

Secondo Giuliano Noci, prorettore del Politecnico di Milano, interpellato da Affaritaliani, il punto non è solo, o non è affatto, la cifra. "Questa notte, secondo me, è avvenuto qualcosa di positivo, forse di molto positivo, nel senso che per la seconda volta, dopo il Covid, l'Europa ha deciso di fare debito comune. Questo è un passaggio non trascurabile e che in qualche misura ci può portare nell'unica direzione possibile, che è quella di costruire un'infrastruttura permanente di debito comune che ci porta verso una federazione di Stati Uniti d'Europa".

Noci insiste infatti sul valore politico e simbolico della scelta, e soprattutto sul no all’utilizzo immediato degli asset russi: "Io credo che si sia fatto bene ad evitare l'operazione.  Per quale motivo? Perché l'Europa è l'ultimo baluardo di credibilità e di legalità. Non credo più che gli Stati Uniti possano essere considerati tali, quindi noi in questo modo siamo indiscutibili. Pertanto l'Unione Europea del futuro, in un mondo che va nella direzione che stiamo osservando, possa trarre un grande giovamento dal diventare baluardo dei diritti, della legalità, della democrazia e quant'altro".

Sulla sufficienza dei fondi, l'esperto commenta: "Io non so se i soldi sono sufficienti o non sono sufficienti. So però che è un messaggio chiaro per Putin, che non può far leva sul congelamento degli asset, che sarebbe stato forse un perfetto assist a suo favore e avrebbe avuto ripercussioni per tutte le imprese europee che sono presenti e attive in Federazione Russa". E aggiunge: "Putin ha capito che in condizioni di emergenza l'Unione Europea reagisce in modo inaspettato, perché oggettivamente quello che è avvenuto questa notte è inatteso”.

C’è poi un altro passaggio tutt’altro che secondario che Noci sottolinea: "È importante notare che è stato superato anche il principio dell'unanimità, hanno trovato un escamotage per cui Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria sono stati sostanzialmente tacitati e e hanno accettato l’operazione senza assumersi i rischi. Anche questo è un aspetto rilevante".

Il segnale, secondo Noci, è arrivato forte e chiaro anche a Mosca: "Non è l'entità della cifra il punto. L’aspetto fondamentale è che l’Europa ha reagito e ha mandato un messaggio chiaro a Putin. Non a caso finora non hanno ancora commentato l’operazione, solo il congelamento degli asset russi, la Zakharova di solito parla un minuto dopo, stavolta nessuna dichiarazione: non dichiarano perché questo è un colpo ben assestato alle certezze di Putin".

Infine, una nota sull’Italia, promossa da Noci sul dossier Ucraina ma meno convincente su altri fronti, come il Mercosur. Qui l'esperto è netto: "L’accordo sarà fatto, è una questione di interessi interni a Francia e Italia che hanno da guadagnare, senza contare che sono 270 milioni di consumatori, fondamentali per l’industria europea. Noi pesavamo per il 30% nell’import del Mercosur, ora solo il 19%, e se gli Stati Uniti chiudono i mercati, dobbiamo trovare nuovi sbocchi. Mercosur, che comprende Argentina, Brasile, Uruguay e Paraguay e ha molti italiani, è un mercato a cui non possiamo rinunciare".