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Economia
Ue, nuova strigliata all'Italia. Conte: "Solo pregiudizio su di noi"
LaPresse

Ue: nel 2019 il Pil italiano a +0,1%, senza aumento dell'Iva deficit al 3,5%

La commissione europea rivede leggermente al ribasso le stime di crescita per l'Italia nel 2019, lanciando però un allarme su deficit e debito, che rischiano di andare fuori controllo senza l'aumento dell'Iva programmato o misure che possano assicurare risorse equivalenti. Secondo le previsioni economiche diffuse oggi dall'esecutivo Ue nel 2019 il Pil italiano crescerà dello 0,1%, e nel 2020 dello 0,7%. Il nostro Paese si mantiene così all'ultimo posto della classifica europea della crescita. La nuova stima di Bruxelles coincide comunque con quella indicata dal governo nel Def nel cosiddetto "scenario tendenziale", cioè quello che non include ancora gli effetti delle misure programmate dal governo, come ad esempio il decreto crescita. Impatto comunque che lo stesso governo ha previsto molto modesto, prevedendo in questo caso (cioè incluse le nuove misure) una crescita dello 0,2%.

Italia: senza l'aumento dell'Iva deficit al 3,5% nel 2020

Quel che mette in allarme l'Europa è soprattutto l'eplosione di deficit e debito. "La crescita sommessa e l'allentamento di bilancio intaccheranno i conti pubblici, con deficit e debito che saliranno fortemente", rileva la Commissione. Nella nuova stima il deficit sale a 2,5% nel 2019 e 3,5% nel 2020 (stima che non comprende l'attivazione delle clausole di salvaguardia, cioè l'aumento dell'Iva). Mentre il debito schizza a 133,7% quest'anno e 135,2% il prossimo. In autunno la stima era di 131% e 131,1%.

Disoccupazione in aumento con il reddito di cittadinanza per effetto statistico

La Commissione evidenzia poi che la bassa crescita si ripercuoterà anche sull'occupazione, con un involontario aumento del tasso di disoccupazione legato al reddito di cittadinanza, visto che aumenterà il numero di chi cerca un impiego, conteggiati ufficialmente come disoccupati.   "E' improbabile che il mercato del lavoro sfuggirà all'impatto dell'economia stagnante, come indicano le sommesse aspettative di impiego delle imprese. Ci si aspetta che la crescita dell'occupazione si arresterà nel 2019", mentre la disoccupazione sale all'11% "visto che è probabile che il reddito di cittadinanza indurrà più persone ad iscriversi nelle liste di disoccupazione e quindi ad essere contate come forza lavoro".

Castelli: “Previsioni che non tengono conto dei nostri provvedimenti”

“Dispiace che la Commissione faccia previsioni così poco in linea con la realtà, quelle di oggi sembrano non tenere conto dei buoni risultati del primo trimestre, quando il PIL è cresciuto dello 0,2%, e che sottostimino gli effetti delle nostre misure contenute in Legge di Bilancio, nel Decreto Sblocca-cantieri e nel Decreto Crescita. Per rispettare queste previsioni dovremmo rimanere fermi nei prossimi trimestri, e non è realistico. Tra l’altro, si parla anche di un deterioramento del mercato del lavoro che nei fatti non c’è. Anche in questo caso non si tiene conto dei risultati positivi che stiamo registrando grazie al Decreto Dignità. Solo pochi giorni fa l’ISTAT ha certificato che il tasso di disoccupazione a marzo è diminuito al 10,2%, il tasso di occupazione è risalito al 58,9% tornando ai livelli di aprile 2008. Rispetto a febbraio, ci sono 60 mila occupati in più e 114 mila occupati in più rispetto a marzo 2018”. Lo afferma il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli, commentando le previsioni di crescita UE sull’Italia.

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