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Economia
Ue,si tratta ad oltranza a Bruxelles.Bozza: 400 mld di aiuti e 350 di prestiti

Quasi 40 ore di negoziato. Mentre i capi di Stato e di governo sono riuniti a cena a discutere la nuova bozza del 'Next generation Ue' presentata dal presidente del consiglio europeo Charles Michel, i tempi del negoziato sfiorano il traguardo dei tre giorni di trattativa. Tre giorni in cui Giuseppe Conte ha ribadito le posizioni dell'Italia e la linea rossa del governo sull'ammontare delle risorse e sulla governance del fondo. Il presidente del Consiglio e' arrivato a Bruxelles il giorno prima dell'avvio dei lavori del consiglio europeo, con una buona dose di ottimismo, per vedere il presidente francese Emmanuel Macron.

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"Io sono sempre ottimista", ha risposto ai cronisti che gli chiedevano previsioni. E in effetti le attese non erano abbastanza positive anche nella delegazione che lo ha accompagnato. Ma, a mano a mano che si e' scontrato con il muro dei Paesi cosiddetti i 'frugali', l'ottimismo e' scemato. Il negoziato e' molto difficile e lo scontro, in particolar modo con il premier olandese Mark Rutte, e' "durissimo" ha riconosciuto ieri sera Conte, al termine del secondo giorno di trattativa. Il premier ieri notte si e' trattenuto al bar dell'hotel dove soggiorna a Bruxelles insieme con Macron e Angela Merkel, come la sera precedente, e stamane, prima dell'avvio della terza giornata di negoziato, poi prolungata in notturna, e' apparso teso, provato dalla estenuante trattativa.

E, anche se tutti lo descrivono come "molto determinato" a non mollare, sono circolate alcune voci secondo le quali, a un certo punto della giornata, avrebbe minacciato di interrompere la trattativa e di rientrare a Roma. Voci pero' non confermate da Palazzo Chigi. Mentre e' da Roma e' arrivato, invece, il sostegno, corale, della maggioranza e della parte piu' 'responsabile' dell'opposizione, con la capogruppo Mariastella Gelmini che ha garantito che FI "sostiene chi pro tempore rappresenta il Paese".

Secondo quanto si apprende, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, avrebbe proposto di ridurre i sussidi del Recovery Fund a 400 miliardi di euro rispetto ai 450 miliardi dell'ultima proposta, aumentando al contempo la quota di prestiti a 350 miliardi di euro (rispetto ai precedenti 300 miliardi). La dimensione dell'intero piano di ripresa rimarrebbe dunque di 750 miliardi di euro.

Secondo fonti europee la proposta di Michel, che il presidente del Consiglio europeo ha messo sul tavolo solo informalmente in quanto manca un consenso sulle cifre, avrebbe il sostegno di tutti i leader eccetto i frugali, che insistono per non superare la soglia di 350 miliardi di sussidi.

I principali nodi su cui i leader Ue si confrontano da tre giorni a Bruxelles senza riuscire a trovare un accordo sono:  l'ammontare degli aiuti a fondo perduto, le procedure della relativa 'governance', l'entita' dei rimborsi ad alcuni Paesi, il legame tra erogazione dei fondi europei e il rispetto dello stato di diritto, l'ampiezza del bilancio Ue 2021-2027.

Aiuti a fondo perduto - I 500 miliardi proposti dalla Commissione Ue sono troppi per i Paesi Frugali. Olanda, Austria, Danimarca, Svezia e Finlandia vorrebbero scendere ben sotto la soglia dei 400 miliardi ampliando la quota dei prestiti, fissata inizialmente a 250 miliardi, per mantenere l'importo complessivo di 750 miliardi indicato per il Recovery Fund.

Governance aiuti - I frugali, Olanda in testa, vogliono un meccanismo che consenta loro di porre un veto all'approvazione dei piani che dovranno essere presentati dai singoli Paesi e che saranno esaminati dalla Commissione. Stessa cosa per quanto riguarda lo stop all'erogazione dei fondi nel caso in cui il Paese interessato non rispetti gli impegni indicati nel piano. Il compromesso potrebbe essere il cosiddetto 'super freno d'emergenza' proposto dal Consiglio.

Rimborsi (rebates) - Un'ampia maggioranza di Paesi vorrebbe abolire, profittando dell'uscita dalla Ue del Regno Unito, questo meccanismo introdotto in seguito alla battaglia condotta all'epoca da Margaret Thatcher al grido 'I want my money back' (voglio indietro i miei soldi). Ma Olanda, Austria, Svezia e Danimarca, ovvero sempre i soliti frugali, vogliono mantenere e anzi ampliare l'entita' dei rimborsi che gli vengono dati, in base a complicatissimi calcoli, per compensare i loro versamenti alle casse del bilancio Ue.

Stato di diritto - Moltissimi Paesi Ue sarebbero d'accordo a introdurre una procedura che possa bloccare l'erogazione dei fondi Ue a quei Paesi - oggi Ungheria e Polonia - finiti sotto esame per il sospetto di non rispettare i principi dello stato di diritto. Budapest e Varsavia non vogliono sentirne parlare.

Bilancio Ue 2021-2027 - Molti Paesi nordici ritengono che la proposta sul tavolo (stanziamento di 1.074 miliardi per sette anni) sia eccessiva e vorrebbero un ulteriore taglio.

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