Economia
Ufficiale e gentiluomo, Tria un ministro con gli attributi

Se lascerà il Governo potrebbe saltare
‘Ho giurato nell’interesse della nazione e non di altri e non da solo. Non c’è crescita nell’instabilità’ così il Ministro dell’Economia, Giuseppe Tria, in risposta alle ‘pesanti’ e pubbliche pressioni del vicepremier Luigi Di Maio a licenziare una manovra in deficit al 2.4%.
Sorprendente e inaspettato il predecessore di Pier Carlo Paoan si sta dimostrando, così come altri personaggi nel Governo gialloverde, un ministro con gli attributi.
L’economista e accademico romano arrivato al Governo in punta di piedi, offuscato dalla pesante ombra di un altro economista di maggior fama come Paolo Savona( ora Ministro per gli Affari Europei), rappresenta la punta di diamante in grado di dare garanzie di solida competenza non solo agli italiani, ma soprattutto agli investitori stranieri.
Tria,ufficiale gentiluomo. Non si gioca con l'economia.
Con la sua larga esperienza da tecnico e da politico, non è solo un tecnico. Sa perfettamente che in ambito economico non si può’ improvvisare e soprattutto giocare su slogan politici.
I bracci di ferro, quanto si parla del rapporto deficit/Pil di un paese fortemente indebitato come il nostro, non servono a nessuno e possono soltanto fare sconquassi sulla credibilità del Paese.
‘Conti pubblici in ordine senza manovre penalizzanti’ così la voce del Ministro che con coerenza sta seguendo quanto annunciato nel contratto di Governo.
Infatti sono chiare le sue parole quando ricorda ai tanti ‘smemorati che ’siamo partiti da previsioni di finanza pubblica cui c’era stato l’accordo con l’Europa che si basava su un forte aumento della pressione fiscale con le clausole di salvaguardia. Quindi il primo passo è impedire l’aumento dell’Iva e poi si cercherà di agire sulla fiscalità’.
Tria,ufficiale e gentiluomo. Conti in ordine e favorire la crescita
La strada maestra di un Ministro che si sta sempre più dimostrando, oltre ad uno supercompetente, anche una persona di buon senso e di nervi saldi, è quella di ‘mantenere i conti in ordine e favorire la crescita economica, ma bisogna assolutamente lavorare nella riduzione del rapporto debito Pil’.
Peccato che, soprattutto da parte dei 5S, non ci sia la volontà di mantenere i conti in ordine. Una richiesta pressante sull’altare di una non ben definita ‘manovra per il popolo’.
E poi ‘ l’ufficiale gentiluomo’ Tria usa un paio di termini presi dalla scienza medica mai usati da nessun ministro: ‘ in scienza e coscienza bisogna interpretare bene questo mandato’.
Riuscirà Luigi Di Maio ad allinearsi a questo ‘modus operandi’? O vorrà’ invece forzare la mano all’uomo che ha sposato la causa di difendere gli interessi degli italiani?
Nel primo caso si continuerà nel rinnovamento e nel cambiamento, come voluto dai gialloverdi.
Nel secondo sicuramente Tria lascerà lasciando il Paese in una situazione decisamente delicata.
In questa ultima ipotesi potrebbe anche vacillare l’intero Governo