Economia
UniCredit, a Orcel paga variabile in azioni.Per Bpm M&A con in dote le polizze

Al fine di favorire l'allineamento degli interessi tra l’amministratore delegato designato" di UniCredit "e gli azionisti, già nel primo anno nel ruolo, il consiglio di amministrazione ha approvato un premio in azioni, che rappresenta l'intera remunerazione variabile per il 2021" di Andrea Orcel "pagabile in due tranche, non soggetto a condizioni di performance, “malus” o “claw-back, (clausola di restituzione ndr), pur essendo soggetto a requisiti prudenziali minimi al momento del pagamento, permettendogli quindi di essere conforme con le linee guida di gruppo per il possesso azionario".
E' quanto si legge nella Relazione 2021 sulla politica di gruppo in materia di remunerazione e sui compensi corrisposti predisposta in vista dell'assemblea di metà aprile. "La struttura proposta di remunerazione per il 2021 è strettamente legata al primo anno del mandato. A partire dal 2022, all’amministratore delegato sarà applicato un mix di remunerazione a lungo e a breve termine basato sulla performance", viene poi aggiunto sottolineando inoltre che "il pacchetto retributivo non comprende alcuna remunerazione volta a compensare Orcel per l'eventuale riduzione o cancellazione di remunerazioni derivanti da precedenti impieghi”.
Quanto ai dettagli sugli "importi della remunerazione 2021 del Ceo saranno forniti" nella "Relazione sulla politica 2022 di gruppo in materia di remunerazione e sui compensi”. Uno dei capitoli su cui si misurerà Orcel è quello del risiko bancario, dove i principali indiziati per un’operazione con UniCredit sono Mps e Banco Bpm. Questa seconda si presenterà al prossimo giro dell'M&A bancario senza essere incatenata da accordi di lunghissimo termine in materia di polizze.
L'intesa raggiunta con Cattolica, resa nota venerdì a mercati chiusi, ha infatti anticipato dal 2033 al 2023 la possibilità per il Banco di riacquistare le quote della compagnia veronese nelle joint venture bancassicurative. Avvicinandone la fine alla scadenza della partnership con Covea, fissata al prossimo settembre. La pace con Cattolica - che aveva chiesto mezzo miliardo di danni per l'esercizio anticipato dell'opzione call da parte del Banco - e la ritrovata libertà in materia di bancassurance sono state accolte bene in Borsa, dove il titolo ha chiuso in rialzo del 4%, a 2,29 euro, in una seduta brillante per tutti i bancari.
L'intesa, sottolinea Equita, assicura "flessibilità strategica in chiave M&A ed elimina l`incertezza derivante da un eventuale scontro legale" ad un costo accettabile, "circa 100 milioni in più" rispetto ai 340 milioni messi sul piatto a dicembre. Gli analisti guardano anche alle nozze bancarie con la modenese Bper, ritenendo che l'addio anticipato a Cattolica "aumenti le probabilità" di un matrimonio con Bper, il cui primo azionista Unipol ha subordinato il suo sostegno a fusioni che gli assicurino - come avviene ora - la distribuzione dei propri prodotti allo sportello.
"Vediamo una fusione tra Banco Bpm e Bper positiva industrialmente e finanziariamente per tutte le parti coinvolte", rilevano da Mediobanca Securities, anche se "dopo la partenza di Mustier si è aperto un altro fronte": l'Unicredit di Orcel, che potrebbe allettare gli azionisti del Banco con offerte piu' alte e valutazioni da preda.
"Sarei molto deluso se non riuscissimo ad avviare un'operazione di consolidamento nei prossimi 12 mesi", ha detto due giorni fa il presidente del Banco, Massimo Tononi. Che non ha scoperto le carte sui tavoli di trattativa se non per escludere Mps dal novero delle opzioni a causa di una compatibilità "decisamente meno convincente".
