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Economia
UniCredit, grana fondi attivisti. Mustier fa cassa per il titolo. Rumors

Le condizioni effettivamente ci sono tutte: l'essere una public company, con la prevalenza di investitori istituzionali esteri, un banca iper-profittevole rafforzata nel patrimonio e un titolo sottovalutato rispetto ai concorrenti con un rapporto tra prezzo e utili attesi al 2020 pari solamente a sei volte. Andamento che nei ricchi portafogli dei grandi fondi attivisti potrebbe creare più di qualche malumore spingendo questi soggetti, che spesso non si fanno certo pregare due volte per far valere il proprio investimento (in assemblea e non solo), a bussare alla porta di Jean Pierre Mustier per dettare la linea e far apprezzare il titolo.

1q19 Unicredit
 

Secondo quanto riporta il Sole 24 Ore, in almeno due distinte riunioni del Cda avvenute nei mesi scorsi, tra fine anno e l’inizio del 2019, i vertici di UniCredit si sono confrontato con gli advisor Jp Morgan e Goldman Sachs per valutare eventuali misure da prendere in modo da scongiurare l'intervento di fondi attivisti che, puntando l'indice appunto sulla sottovalutazione in Borsa della banca, potrebbero richiedere una qualche forma di break up

Rientrerebbero quindi in questa logica la recente sequenza di annunci, in occasione della comunicazione al mercato del deconsolidamento di Fineco, di cessioni di asset non core: dal patrimonio immobiliare in Italia, Austria e Germania fino alla vendita della quota nella banca online guidata da Alessandro Foti. Operazioni che liquidando tutte le partecipazioni finanziarie che generano plusvalenze (non rientrerebbe quindi nelle vendita l'uscita del capitale di Mediobanca viaggiando le azioni di Piazzetta Cuccia sotto il valore di carico), avrebbero anche l'effetto di rafforzare il capitale e dunque di sostenere il titolo in Borsa. 

UNICREDIT
 

Viste le valutazioni, gli analisti di Mediobanca hanno raccomandato un giudizio positivo sulle azioni (Outperform con target di prezzo a 18 euro). "Le attuali valutazioni non riflettono il taglio dei costi e del livello di rischio realizzato negli anni passati, ne' la futura profittabilità dell'istituto, oltre che il rendimento del potenziale dividendo", si infatti legge in un report degli esperti di Piazzaetta Cuccia.

Il management, hanno sottolineato ancora gli analisti di Mediobanca, sta cercando di creare valore per gli azionisti sia con le misure recentemente annunciate, sia centrando i target del piano industriale, come il cuscinetto da 200-250 punti base rispetto alle richieste patrimoniali della Bce e l'innalzamento del payout ratio al 50%. In altre parole, hanno spiegato gli analisti, "riteniamo che Unicredit abbia il potenziale per trasformarsi da una storia di ristrutturazione a una storia di successo in termini di ritorno sul capitale con un rendimento dei dividendi attesi per il 2020 al 10% e un payout del 50%".

Ora bisogna attendere che il titolo (che oggi il titolo guadagna oltre il 2,5% a 10,386 euro), tempeste finanziarie a parte sull'Italia, riprenda quota. Altrimenti qualche seccatura per Mustier potrebbe materializzarsi dietro l'angolo. 

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