Istat, la crisi non è finita: giù le vendite al dettaglio
Calano a febbraio le vendite al dettaglio: l'indice destagionalizzato - rileva l'Istat - registra una diminuzione rispetto al mese precedente dello 0,2%, mentre rispetto a febbraio 2013 la flessione e' dell'1%. Variazioni tendenziali negative si registrano sia per le vendite di prodotti alimentari (-1,0%) sia per quelle di prodotti non alimentari (-1,2%). Nel confronto con gennaio 2014, diminuiscono sia le vendite di prodotti alimentari (-0,1%) sia quelle di prodotti non alimentari (-0,2%). Con riferimento alla forma distributiva, nel confronto con il mese di febbraio 2013 si registrano cali sia per le vendite della grande distribuzione (-0,5%) sia per quelle delle imprese operanti su piccole superfici (-1,6%).
Alla luce dei dati Istat, le associazioni dei consumatori tornano a chiedere misure del governo per il rilancio della capacita' di acquisto dei lavoratori, ma anche dei pensionati e degli incapienti: "Sono necessari immediati interventi di rilancio della domanda interna", sostengono Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef. Occorre "trovare il piu' in fretta possibile le coperture per i prossimi anni del bonus di 80 euro, attualmente valido solo per il 2014 e ad estenderlo a disoccupati, pensionati ed incapienti", afferma il Codacons. Una "profonda svolta fiscale" per uscire definitivamente dalla crisi dei consumi invoca la Confesercenti, mentre la Coldiretti fa notare come 3 famiglie su 4 tagliano gli sprechi a tavola. Confcommercio fa notare che "la fiducia in crescita rilevata nei mesi di marzo e aprile, tutta centrata sulle prospettive future, e' un buon segnale per un possibile miglioramento del quadro congiunturale che resta, tuttavia, ancora tutto da verificare e da costruire". E in una nota, evidenzia che "proprio i dati sulle vendite al dettaglio del bimestre gennaio-febbraio evidenziano una situazione molto critica dei consumi dalla cui ripresa passa quella dell'intera economia italiana". Ad aprile, infine, si e' contratto l'indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane passato da 89,5 di marzo a 88,8. In arretramento ad aprile anche la fiducia nella situazione economica nell'Eurozona (-0,5 punti a 102), ma la Commissione europea rivela che l'Italia e' il solo, fra i maggiori paesi dell'Euro, nel quale il "sentimento economico" e' migliorato (+0,5).