Economia
Vinitaly, timori per le tariffe imposte dagli Usa: "Trump uccide l'economia mondiale"
Franco Adami, specialista in Prosecco: ecco quanto costerà in più una nostra bottiglia negli Usa

Vinitaly, grande preoccupazione per l'immediato futuro dopo i dazi di Trump
Mentre Trump annuncia dazi a tutto il mondo, in Italia si svolge il Vinitaly, la più importante fiera dedicata ai vini e i distillati che si tiene ogni anno a Verona. Ma in questa edizione la preoccupazione è tanta per le conseguenze sui tassi imposti dagli Stati Uniti. Quel 20% peserà soprattutto sui vini, vista la quantità di bottiglie che finiscono proprio sulle tavole degli americani. Il 40% della produzione di vino italiano - riporta La Stampa - è destinata all’estero: 2,9 milioni di ettolitri finiscono negli Stati Uniti. C'è ad esempio il caso della cantina di Franco Adami, specialista in prosecco e Valdobbiadene: "Tutti mi chiedono cosa succederà, ma stiamo ancora cercando di capire. In questo momento negli Stati Uniti ci sono scorte di vini italiani per due mesi".
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Adami - prosegue La Stampa - produce 800 mila bottiglie all’anno, il 25% di queste finisce nel Paese di Donald Trump. "Per noi è un mercato molto importante. Abbiamo iniziato con le esportazioni nel 1984. Sono preoccupato, ma non nel panico. E credo che il panico possa essere il nemico peggiore. I nostri vini - spiega - che costavano da 17 a 24 dollari a bottiglia passeranno a 19 e 26. Dobbiamo capire come modellare questo costo, dove poterlo assorbire. Ma quello che rischiamo quest’anno è il 10% di perdite. Ora, se non hai le spalle larghe e un margine operativo, il rischio è che il dazio diventi letale".
Anche il presidente del Veneto Luca Zaia pensa che la strada migliore sia quella del confronto e non di mettere controdazi: "Per noi il mercato degli Stati Uniti è fondamentale. Ben vengano le contromisure dell’Europa, ma non possiamo dichiarare guerra. Non possiamo fare muro contro muro. Io penso che si debba andare a dialogare con Trump".